durante PERUGIA 2007
messaggio telefonicoRicevuto da Marini il 06/10/2007 alle 22:27:37 durante la cena di gala Raduno di Perugia
Qui è già suonata la ritirata ed anche il silenzio fuori ordinanza .
Buona serata, sono con tutti voi ed in modo particolare con gino pensando a tutto quello che assieme abbiamo vissuto anche sulle nostre montagne che tanto amava .
Io sento e sono sicuro che lui e tutti sono sempre accanto a noi e guidano ogni nostro passo ed anche il vostro incontrarvi. Un abbraccio a tutti : al nostro grande tenente che saluto e ringrazio, a tutti voi ed alle vostre gentili consorti ,alle vostre care mamme ed ai vostri nipoti presenti o in arrivo ed infine un pensiero speciale per stefano e papà perché sentano ogni giorno la presenza delle persone a loro più care che sono particolarmente care anche a noi .
Un saluto a gabriele che non riusciva a capire che un arcangelo potesse chiamarlo . Ogni bene a tutti proprio tutti per non fare torto a nessuno con un nuovo abbraccio agli assenti che sono quelli che più mancano. Arcangelo
DOPO PERUGIA 2007
Commenti
Arezzo 7 Ottobre 2007
Sono appena rientrato da Perugia e sento il bisogno di ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al Raduno 2007
Un abbraccio particolare ai cari Amici che hanno dato una grande mano nell'organizzazione di questo evento.
Grazie Filippo,Remo,Gaudenzio,Bepi,Antonio,Maurizio,Gabriele,Massimo,Maurizioe Luigi.
Adesso il mio compito di collaboratore esterno è terminato e quindi non mi resta che fare un grande augurio a Beppone
affinchè il Raduno di Verona abbia un grandioso Successo.
Con un pò di malinconia Vi saluto tutti caramente e rimango,come sempre,a disposizione del nostro grande Gruppo.
Guglielmo Caprai
P:S:
Attendo le foto del raduno che avrò cura di inserire nel ns.Sito
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Carissimo Guglielmo,
tutto si è svolto meravigliosamente e con grande apprezzamento di tutti. Abbiamo ricordato degnamente Gino.
Grazie per il Tuo entusiasmo e per la Tua abnegazione che ci ha permesso di trascorrere e di godere momenti indimenticabili.
Un abbraccio cordialissimo .
Gaudenzio.
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Carissimi,
condivido pienamente il pensiero di Gaudenzio ed esprimo gratitudine a tutti
coloro che si sono in qualsiasi modo impegnati in questa organizzazione .
Come sempre è andato tutto benissimo, ma questo non avviene per pura
casualità, bensì perchè molte persone ci lavorano con dedizione. Continuiamo
su questa strada bella anche se impegnativa e mai scontata . Se possibile,
incontriamoci qualche volta di più tra di noi; sarebbe sicuramente utile a
rendere inossidabile la nostra amicizia e ad evitare qualsiasi equivoco o
malinteso .
Grazie di cuore . Un abbraccio a tutti
.
Massimo Saccani
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Caro amico ti scrivo,
...mi congratulo con te per la riuscita
dell'8° Incontro AUC 3 CP.
Tutto bene, commenti in genere più che
favorevoli, tappa particolare ... difficile poter far meglio.
Credo che anche Filippo Prezioso sia
rimasto soddisfatto della spontanea "partecipazione" affettiva in memoria di
Bibi. Ricordarsi di estendere a lui la facoltà di aggregazione al Gruppo anche
per le prossime tappe.
Stiamo invecchiando, è la
verità.purtroppo. Chi più, chi meno.
Sono convinto che il modo appropriato
per rallentare questo inesorabile processo naturale sia quello di insistere a
gustare questi momenti di aggregazione in cui si osserva, ci si racconta, si
medita e si ride. Allunga la vita, stanne certo! Anche se per chi organizza
costa fatica. Ma è una fatica sostenibile, che arrichisce e alfine appaga la
coscienza. E questo deve bastare!
Grazie , Comandante Caprai. Anche a Rita
vada il mio apprezzamento ed il mio bacio.
Ecco in allegato il pistolotto, come da
accordi presi. Fanne buon uso. Sono curioso di rivedere il Sito arricchito con
le migliori foto di Perugia e dintorni.
Ciao ragazzo, ciao.
Maurizio
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Ringrazio ancora per le belle giornate trascorse soprattutto per merito Vostro.
La Vostra organizzazione è stata impeccabile e ci ha permesso di passare insieme a vecchi amici, momenti che non dimenticheremo.
Grazie di cuore
Roberto ed Ester Torraca
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Ciao a tutti,
ho avuto modo di visitare il sito e le prime foto, relative alla visita al
cimitero, mi hanno colpito in modo particolare...
mi sono ricordato di Gino, io sono stato il suo ultimo contatto con gli auc.
Come ho già detto durante la serata ufficiale, ho avuto la fortuna di poterne
assaporare l'entusiasmo per la SUA festa, non potrete mai immaginare quanto ci
tenesse. Erano 2 anni che aveva già preparato tutto e ciò mi aveva sbalordito.
Per la festa di Perugia, come per le altre feste annuali, mi ero dato dei tempi
lunghi, qualche mese, ma con lui non è stato così. A Natale aveva già preparato
tutto il materiale, il programma completo era custodito nel suo cassetto già da
qualche tempo, attendeva pazientemente il turno della sua Perugia. Quando l'ho
contattato è stato come stappare una bottiglia di champagne dopo averlo agitato,
mi sono ritrovato sommerso da soluzioni già previste e risolte.
Continuando la visita della "mostra fotografica", ho visto anche le foto dei
"numerosi" figli che sono intervenuti, ho saltato volutamente a piè pari quei
vecchiacci che, oltre a mettere maliconia, perchè, purtroppo, mi fanno
constatare il passare del tempo.
Questi 2 scenari : la tomba di Bibi e le immagini dei giovani, mi hanno spinto
ad alcune riflessioni....
la vita è breve, non sappiamo per quanto ci saremo... non dipende da noi, cosa
lasceremo ai giovani o, meglio, cosa vorremmo lasciargli della nostra vita...
Ecco, Perugia è stata un'occasione per fargli toccare con mano i sentimenti e le
emozioni che si vivono in quei momenti, che anche i loro genitori, nonostante
siano "vecchi" possono vivere le loro stesse emozioni. Sono sempre più rare le
occasioni di convivenza delle nostre generazioni, sappiamo tutti che i nostri
figli mal sopportano i loro vecchi, che li rampognano continuamente. Perugia ha
dimostrato ai figli presenti, che l'uomo, o meglio i suoi genitori, a qualsiasi
età è sempre lo stesso, capace di emozionarsi come qualsiasi ragazzino.
L'importante è invecchiare senza perdere il senso della misura, imparando a
guardare le cose con distacco, senza farsene investire troppo emotivamente,
poichè le emozioni troppo intense, alla nostra età, fanno solo male ... e tanto,
non dimentichiamoci di Bibi, lasciamoci guidare da Lui, che da lassù Ci vede
meglio.
Un abbraccio a tutti e ....grazie Perugia.
Remo Mazzocco
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dopo ascoli
lettera di maci
ASCOLI,
37 ANNI DOPO
Gli
exallievi del glorioso 54° corso
AUC si avvicinano al caffè “Meletti”
alla spicciolata. Qualcuno di loro è invecchiato tanto da costringermi a
riandare con la memoria a quel fatidico inverno del 1969. Operazione inutile.
Tratti somatici del tutto mutati.
“Ma chi sei?”, chiedo dopo aver preso fiato e coraggio. E’ la
domanda rituale che un po’ tutti, in particolar modo coloro che partecipano al
raduno per la prima volta, pongono agli excommilitoni.
Toh,
ma quello è Remo Mazzocco! Dio mio, con quella
barbetta ha assunto le sembianze del Beato Angelico. E
parla anche con il tono mistico di un Nazareno veneziano. Qualche altro s’è
pure cresciuta la barba che è bianca come quella di
San Giuseppe. Forse ho sbagliato raduno perché ho l’impressione di trovarmi nel
pieno di un ritiro spirituale.
Sto
per maledire mia moglie, che ha insistito tanto per farmi partire. Ma mi trattengo perché la vedo felice. Felice
come se fosse stata lei a frequentare il corso allievi ufficiali. Felice perché si è subito legata di sincera amicizia con Angela, la
distinta consorte di Giuseppe Galeano e, dopo, con le mogli degli altri
colleghi. Sembra che le conosca da sempre, anche perché molti di loro sono operatrici scolastiche come lei.
Di
alcuni posso dire che hanno conservato un aspetto
decisamente giovanile. Avranno usato dosi elevatissime di Gerovital. Per Torraca, Narciso, Giro…il tempo si è fermato ad Ascoli.
Persino Pairotti è rimasto uguale se non fosse per la sua accentuata rotondità adiposa. Lo stesso spirito goliardico, lo stesso sorriso, lo stesso numero
di capelli di allora. Ma tutti, dico tutti,
hanno percorso una brillante carriera e costituiscono uno dei più granitici
baluardi di un’Italia che rifiuta di finire alla deriva. Si tratta dei membri
di quella società civile che resiste con dignità alla disgregazione morale del
Paese e che vuole andare avanti a tutti i costi: il titolare di un avviato
studio legale, il commercialista di grido, l’imprenditore affermato, il
dirigente bancario, il ricercatore scientifico. Possiamo guardarci con fiducia
negli occhi come si fa tra gente pulita.
Temevo,
giungendo ad Ascoli Piceno, di dover aggiornare la mia modesta cultura
sanitaria nell’ascolto di una miscellanea di casi clinici, prostatiti
incurabili, disfunzioni renali, vesciche sconquassate. Devo ricredermi. I
discorsi che ravvivano la serata conviviale sono di
ben altra natura: esperienze vissute, ricordi vicini e lontani, interessi
coltivati.
L’indomani,
7 ottobre, mi alzo di buzzo buono. La luce è abbagliante. È prevista la visita
alla caserma “Clementi”, che per cinque mesi ci ospitò da giovani. Squisita è
l’accoglienza dei suoi comandanti. La nuova tinteggiatura dei muri fornisce una
gradevole prospettiva architettonica. Ai nostri tempi la struttura era (o così
ci sembrava) tetra come Guantanamo.
L’emozione è forte ed il silenzio generale
quasi imbarazzante. Le lenti scure che noi tutti inforchiamo, più che
proteggere dai raggi solari, impediscono che gli altri si accorgano della
malcelata umidità dei nostri occhi.
Dopo
i convenevoli ed i saluti che la circostanza richiede, viene
deposta una corona floreale ai piedi del monumento ai caduti di tutte le
guerre. Un fuoco intenso sale dallo stomaco e giunge al cervello. Sono lì dopo
37 anni e mi sento addosso 37 anni in meno.
Grazie
Giro, grazie Mazzocco per la vostra encomiabile
iniziativa.
Nel
cortile vedo donne in divisa. Nessuna di loro corre, al contrario di quel che
facevamo noi. Qualcuna fuma mentre discute con
l’amica. Nel 1969, la sola donna che vedevamo di frequente era la Giovanna, la giunonica “cameriera” che nel servirti la pietanza
ti posava sulla spalla il petto enorme come un macigno rendendoti molto più
contento dell’amatriciana tanto desiderata.
L’escursione
ad Offida, piccolo borgo medievale
a pochi chilometri da Ascoli è distensiva e serve, peraltro, ad
arricchirci culturalmente.
La
cena al Circolo cittadino è allietata dal lungo monologo satirico
dell’ineguagliabile Bertazzoni.
Il
giorno dopo è prevista la visita a Preta. Qui si
svolse, nell’aprile dello stesso anno, un’esercitazione a fuoco in cui, lo ricorderò finché avrò vita, stavo per porre fine ai miei
giorni terreni. Noi pionieri avevamo raggiunto, strisciando, il campo minato.
Gli assaltatori, che dovevano proteggerci le spalle (!), miravano ai paletti
delimitanti il campo. Un proiettile mi sfiorò l’orecchio sinistro. Avverto
ancora il sibilo di quella pallottola che avrebbe potuto
spappolarmi il cranio.
“Quel
che non uccide”, è una delle intelligenti teorie di Friedrich
Nietzsche, “rafforza”. E le dure esperienze di Ascoli, infatti, hanno rafforzato il fisico e la mente.
Queste esperienze, mi conferma un amico antropologo, allungano la vita. Si può
ragionevolmente ipotizzare, quindi, che tra 37 anni saremo ancora qui. Vivi e
vegeti.
Preta è
un paesino semideserto. Solo otto famiglie vi abitano stabilmente. L’edificio
in cui dormivamo è ridotto in uno stato pietoso. Sembra Sarajevo dopo le incursioni nemiche.
Il
pranzo luculliano ad Amatrice pone fine al nostro incontro entusiasmante,
anche se il desiderio corale è che questo raduno non abbia più termine.
Ci
consola, per ora, l’ansia di rivederci il prossimo anno a Perugia.
Lionello Maci