Pistolotto di Maurizio Bertazzoni (uomo della terra delle zucche)

 

 

 

 

   (il guardiano fedele del 54° A.U.C.)

 

 

      

VERONA, 11 – 12 ottobre 2008

 

< Non appaio, ma ci sono >

·        Il segno della presenza figurativa di Maurizio Bertazzoni

 

Lettura di Maria Grazia in Bertazzoni

Prologo

Vi rubo pochi attimi di questa rituale e straordinaria festa conviviale.

Mai avrei voluto mancare, ma quest’anno non ho davvero potuto presenziare e deliziarmi del vostro calore umano.

Mi esprimerò senza esitanza alcuna attraverso alcune riflessioni, scritte in una lunga serata insonne e di scarsa vena.

Una raccolta breve, scomposta e quadriformata secondo i ministri da me, per l’occasione, scelti: Massimo, Guglielmo, Remo e Francesco.

Essi, solo or ora, sono venuti in possesso di questi scritti.

Ascoltateli, non tanto per le parole che pronunceranno, ma per come essi sapranno pronunciarle.

Gli occhi sono testimoni più sicuri degli orecchi.

Ed ogni piccolo sorriso che fate a loro, voi l’avrete rivolto a me

 

Lettura di Massimo Saccani 

 

Agli Allievi di sempre

 

Ciao cara e amata Compagnia,

ancora una volta la più bella che ci sia…

Non importa dove in questo momento io sia,

importa con chi io sia.

 

In questo preciso istante io vi penso dall’alto..., vi vedo, anzi vi sento, quindi io sono in mezzo a voi.

 

Sono volato in cielo, ma lassù (in Paradiso) non mi hanno ancora preparato la camerata (chissà perché?) ed ancor non riecheggiano le note del < silenzio > fuori ordinanza che tanto mi commuove.

Il piacere di essere oggi fisicamente distaccato da voi è ...pensarvi dall’alto dei cieli. Da vivo ...per ora, spero!

 

Permettetemi.

Un particolare pensiero rivolgo a Giuseppe Ziliotto.

Quale anfitrione di turno della suggestiva Verona, ha profuso molte sane energie per rendere bello e scorrevole questo incontro.

Osservatelo amici.

Zilio è stanco, un po’ teso, grosso ma immenso, bello agli occhi di tutti noi, ma ancor più a quelli della sua energica e solare consorte, Silvana, omonima di quella storica interprete della locandiera veneziana, Mirandolina, dai seni turgidi.

Bepi e Silvana come Romeo e Giulietta! Uniti ed innamorati.

A loro vada tributato un corale applauso. Più che meritato.

 

Pensate, avevo in animo di riconformare e ritradurre la straordinaria e mondiale storia del mio collega William Shakespeare, adattandola proprio a loro due.

Un intreccio infinito di fatti e di sogni, di probabilità ed imprevisti, di astrazioni e concretezza, di voli celesti ed avvenimenti terrestri.

Dove alfin, l’amore e la giustizia prevalgano sull’odio, l’intolleranza ed i soprusi. E la tragedia si trasformasse in un romanzo d’amor cortese e consumato.

Mi dispiace un sacco non aver potuto vederli recitare una parte a loro congeniale.

 

Leggendo la narrativa veronese, ho ripassato una lezione.

< Montecchi (Romei) e Capuleti (Giuliette) dei giorni nostri, non abbiate ad odiarvi, rispettatevi gli uni e gli altri.

Si faccia che il sole giunga col suo occhio di fiamma a rallegrare il giorno e ad asciugare l’umida rugiada della notte.

Si ami la terra quale  madre e tomba della natura.

Oh, come grande e potente è la virtù che risiede nelle piante, nelle erbe, nelle pietre e nelle loro segrete qualità!

Si porti rispetto alla natura, lasciando che essa faccia il suo corso, prima che si ribelli e distrugga noi, i nostri figli ed i figli dei nostri figli.

Figli tutti che hanno il diritto di scegliere i propri destini.

Noi dobbiamo solo fare raccomandazioni.

Finché i figli sono giovani vanno date loro profonde radici; quando sono cresciuti diamo loro le ali. >

 

Lettura di Guglielmo Caprai 

 

Maremma maiala

 

Dal Zilio mi aspettavo maggior riconoscenza.

Dopo tutte quelle notti trascorse insieme nell’alcova di Ascoli, Beppe non mi ha più concesso di riprovare le perdute emozioni (lui sotto, io sopra), di auscultare i suoi portentosi ruggiti notturni, di respirare e godere dei suoi “anfibianti” pedestri odori.

 

Mi sarebbe piaciuto ripercorrere le tappe di un percorso indimenticabile, identificabile coll’epoca “duramentale”, cioè di quando, scusatemi l’ardire, ce l’avevamo duro.

Care ragazze, che ci crediate o meno, a quel tempo nessuno di noi usava lo schiaccianoci. Bastava un colpo secco, inferto col lussurioso ed innervato arnese.

 

I tempi son cambiati...

Bambine care, non biasimateci! Rassegnatevi piuttosto.

Così sta scritto: “è passata molta acqua sotto i ponti ...e acqua passata non macina più”.

Mentre una volta si mettevano le mani nelle parti calde ...ora sempre più spesso ci mettiamo le mani nei capelli, per chi ce li ha.

 

In ogni caso, i grattacapi li abbiamo tutti!

E dunque, dove si puote, dobbiamo cercare di “grattarci” insieme.

 

Sento forte quest’unione, il bisogno di far parte di questo gruppo, perché la mia vita è stata segnata da quel non più recente passato ascolano.

Quando stiamo insieme è un’emozione, un rincorrersi di sensazioni uniche, che partono da lontano. Qualcosa di non tangibile.

Non crediate che io voglia enfatizzare questo spirito di corpo.

Non è nel mio stile. Non vendo parole, né illusioni! Rassicuratevi.

Come so amare, so anche (purtroppo) serbare rancore ed andare a segno con chi, per conto mio, lo merita.

Non sono solo zucchero.

Volete forse sapere come faccio? Non lo so, ma sento che è così e soffro.

 

Lasciatevelo dire ancora una volta: sono fiero di appartenere a questo gruppo, all inclusive, signore comprese.

Le quali signore, continuano ad essere straordinarie.

Se qualcuno di noi crede di essere più intelligente della donna che ha sposato, ha sposato una donna che glielo fa credere.

Le nostre donne sono delle fate, perché ...ci comandano a bacchetta!

I loro schiaffi per noi sono appassionate carezze ad alta velocità.

Le nostre donne sono come le sigarette: a non prenderle per il verso giusto si rischia di restare scottati. Vanno trattate coi guanti.

Le nostre ”dolci metà” hanno la testa, anche se la letteratura riporta che per la donna non è un organo essenziale.

Ci sono tre cose che le nostre mogli sono capaci di fare con niente: una minestra, un’insalata, una scenata. Mi pare più o meno in linea con la media nazionale. Di cosa dobbiamo lamentarci?

Noi proponiamo, loro dispongono. Affidiamoci a loro; nel tempo, i martiri saranno ricordati! Beati coloro che soffrono...

 

Ragazzi, tutte le volte che ci si incontra, godo (sorta di orgasmo allo stato puro) nel vedere le nostre compagne di viaggio compatte nello spirito comune di vedere noi < nullatenenti > insieme, uniti in un fraterno abbraccio collettivo.

Brave, brave, brave.............


 

Lettura di don Remo Mazzocco 

 

In verita vi dico

 

Siamo nella casa dei 12 Apostoli...

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito di Maurizio virgilano.

Gaudeamus...

 

 Fratelli e Sorelle,

ho avuto fame e mi avete dato da mangiare;

ho avuto sete e mi avete dato da bere;

ero forestiero, sconosciuto a voi, e mi avete accolto ed ospitato;

ero nudo e ...non vi siete messi a ridere.

 

 Fratelli e Sorelle,

se il tuo fratello commette una colpa ...va e ammoniscilo tra te e lui solo;

se un Presidente ha cento AUC (leoni) e ne smarrisce uno ...andrà alla sua ricerca;

e se riesce a ritrovarlo si rallegrerà più per questo Ufficiale ritrovato, che per i 99 Ufficiali che non si erano smarriti.

 

 Fratelli,

noi AUC dobbiamo evitare di onorarci con le labbra.

Dobbiamo bensì renderci reciprocamente onore col cuore, a volte un po’ lontano.

Il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l’uomo, quanto invece un cuore inaridito ed inacidito.

 

 Sorelle,

non è quello che entra nella bocca che rende impura la donna,

ma quello che dalla bocca esce.

 

 Fratelli e Sorelle,

meglio insegnare a pescare che regalare un pesce.

Ma se proprio altri lo vorranno fare,

fate come me,

accettiamo i pesci come dono della Divina Provvidenza.

 

 Fratelli e Sorelle,

non c’è speranza che non porti alla delusione;

come non c’è disincanto che non porti nuovamente a sperare.

Umano è sperare quello che ognun di noi desidera;

ma alfin consapevoli dobbiam essere

che siam costretti ad accettar quello che accadrà.

 

 Fratelli e Sorelle,

Benedetto colui che, mangiando stasera in questa casa, non ha pensato all’ennesima cena che verrà, ma al sacrificio del digiuno che dovrà essere, quale penitenza.

E quando digiunate, non assumete aria malinconica.

Profumatevi la testa e lavatevi il volto, perché la gente non apprezzi il vostro digiuno.

E soprattutto non aprite di notte il frigorifero ...senza procurare di togliere la lampadina.

La luce del frigo è l’occhio che risalterà le vostre vergogne.

Il vostro corpo sarà tenebroso e la vostra mente sofferente.

 

 Fratelli e Sorelle,

alziamo ora bene la testa.

Allunghiamo ed allarghiamo gli sguardi, inseriamo la marcia dell’amore...

Amici di naia e care generalesse,

le nostre contraddizioni vengano a cadere, l’attaccamento alla bandiera si conservi, edifichiamo sulla roccia.

E la pace del Signore scenda su di noi e salga sull’aereo su cui, per voi, non si distacca il mio pensiero.

 

Lettura di Francesco Pairotti 

 

In conclusione vi dico

Tra le cose più difficili, forse, è conoscere se stessi.

Scaviamo dentro di noi, perché dentro di noi è la fonte del bene. Anche se c’è molto da scavare!

 

Pensierino esclusivo per voi:

“finché si può, con una punta di stravaganza, è piacevole lasciarsi un poco andare al momento giusto, con le persone giuste”.

 

Vi voglio bene.

 

Vogliamoci bene.

 

Ogni giorno porta i suoi doni.

Aderiamo ai bisogni altrui.

Diamoci una mano.

 

Scusate. Qualcuno ha cento euro da prestarmi?

...Ho notato un certo imbarazzo.

Andate a quel paese!

Meditate amici, meditiamo.

Andiamo in pace.

 

                                                                         Maurizio Bertazzoni

                                                                      the chinese man

                                                                                             Picture of old man with white beard near bean sprouts on market stall

                                                     ( foto da ansa cinese che ha permesso di svelare l'attività di Bertazzoni a Shanghai,ndr.)