DA

         ASCOLI  PICENO  1969

A

VENEZIA 1-2 OTTOBRE 2005

(tra ricordi, affetti, sogni, fantasie e realtà)

6° incontro della 3° compagnia del 54° corso A.U.C.

della scuola di fanteria di

ASCOLI  PICENO

 Carissimo AUC o nostro simpatizzante,

         siamo lieti della tua partecipazione, poiché con la tua presenza ci confermi che la bellezza e la genuinità dei sentimenti che ci hanno legato tanto tempo fa non si sono smarriti, nonostante l’usura del tempo ed il degrado dei costumi.

Desideriamo porgerti il nostro benvenuto offrendoti alcuni souvenir caratteristici, che ti facciano ricordare nel tempo la nostra ospitalità. Dobbiamo ringraziarti per la tua visita poiché, per presentarci nel miglior modo possibile, ci hai spinto a ricercare nella nostra storia le cose che ci potessero caratterizzare, cose che il tempo, la modernizzazione e l’abitudine ci avevano fatto dimenticare.

Desidero presentarti i nostri regali in modo che tu possa apprezzarli pienamente :

1)     una guida turistica, che ti aiuti, anche in futuro, nella visita alla città di Venezia;

2)     una pianta della città di Venezia con l’indicazione degli itinerari predisposti

3)     4 itinerari in partenza da Piazzale ed arrivo in Piazza San Marco. Il gruppo con la guida seguirà l’itinerario numero 3

4)     una pubblicazione sulla storia delle scuole delle arti e dei mestieri, indicandone il contesto in cui sono inserite e la foto della loro facciata

5)     un calendario del 2006 dedicato alle maschere del carnevale veneziano, per  ricordarti la nostra città e le sue bellezze per tutto il nuovo anno

6)     un portamonete offerto dalla ditta New Lions, in cambio di alcune foto da scattare alle nostre signore con la borsetta di propaganda della ditta, sia davanti all’albergo che a passeggio per Venezia.

7)     2 bottiglie di vino del Piave, offerte dal commilitone Narder, da gustare con gli amici

8)     un oggetto esclusivo di vetro di Murano, prodotto per noi distintamente da 2 maestri vetrai : un calamaio in vetro soffiato con il coperchio colorato ed una penna in vetro con la murrina.

9)     L’attestato di partecipazione ai vari raduni

Preferiamo consegnarti gli omaggi di benvenuto in questo modo, poiché le giornate e le serate saranno piene di impegni e l’unico tempo libero, sarà quello dei trasferimenti.

Mi raccomando il rispetto dei tempi, per gustare quanto abbiamo previsto di offrirti…..lo stupore continuo. La sera della cena ufficiale, compileremo un foglio con nome e cognome, niente paura, è la lista di ingresso al casinò, predisposta per farci entrare in gruppo. 

buon soggiorno e…..grazie caro amico.

Remo e Bepi o Bepi e Remo

 

 

Programma del raduno di Venezia

 

dotazione suggerita :

si raccomanda di avere al seguito, lasciandolo in macchina, ma pronto all’occorrenza, un abbigliamento adeguato consistente in : stivali di gomma, ombrello, marsupio, scarpe basse e impermeabile leggero.

 

Come raggiungere l’albergo :

1)    per chi arriva in auto :

uscendo dall’autostrada si prosegue per la tangenziale, rispettando i limiti di velocità riportati (50 la corsia a destra , 80 le altre, per evitare eventuali multe) e si esce all’uscita per Treviso, si entra in una rotonda e si esce per la prima strada a destra, sempre direzione Treviso, dopo 200 metri si entra in un’altra rotonda e si esce per la prima strada a destra, sempre direzione Treviso. A questo punto si è sul Terraglio, direzione Treviso, si superano 2 semafori, (località Marocco), e dopo 500 metri si deve girare a sinistra in VIA MARIGNANA (quasi di fronte sul lato destro c’è un distributore I.P.) si prosegue su questa via per 500 metri, attraversando un sottopasso, dopo 50 metri sulla sinistra c’è l’ingresso alla villa. (se siete in difficoltà chiamatemi al cellulare 333 6676570)

2)    per chi arriva in treno : si esce dalla stazione e si attraversa il semaforo sul lato destro dell’incrocio, si prosegue a destra fino alla fermata dell’autobus e si deve prendere l’autobus che va a Treviso, chiedendo di essere avvisati alla fermata di via MARIGNANA su Terraglio. Si prosegue su questa via per 500 metri, attraversando un sottopasso, dopo 50 metri sulla sinistra c’è l’ingresso alla villa.

(se siete in difficoltà e non sono impegnato posso venire a prendervi, chiamatemi al cellulare 333 6676570)  

3)    per chi arriva in aereo : chiamatemi al cellulare 333 6676570, se non sono impegnato posso venire a prendervi oppure prendete un taxi e loro sanno tutto.

 

 

il Programma

venerdì sera:

arrivo all’albergo Park Hotel Villa Giustinian,

L’albergo, a fine settimana, ha sempre pochi ospiti, il parco, con relativo gazebo è spesso sede di riunioni con buffet anche all’aperto.

(Costi dell’albergo :

costo giornaliero della camera :

·        doppia con prima colazione (costo 100 € a coppia)………a persona ...costo 50 €

·        singola con prima colazione …………………………………………..costo 75 €

 

dopo l’incontro :

cena in una trattoria tipica a Campalto, ‘Da Ugo’,…………costo a persona 35 €

menù : antipasto misto bollito con : canoce, folpetti……, sarde in saor

 bis di primi piatti : risotto, spaghetti alle vongole

 secondo piatto :   fritto misto gigante

 dolce, caffè

 vino bianco prosecco

 

sabato :

ore 9.00 : trasferimento in pullman a Venezia, costo 10 € persona

 

1) opzione senza acqua alta :

giornata libera per percorsi turistici diversi al seguito di guide, esperte anche di tipiche osterie veneziane o bacari

Tipologia di percorsi turistici, che Vi verranno consegnati all’arrivo :

musei, luoghi tipici,

visita all’arsenale (si deve prenotare in numero minimo di 10 persone),

luoghi di cultura : isola degli armeni, isola di san Giorgio, il redentore, biblioteca marciana, palazzo ducale, ponte dei sospiri, i piombi

 

(con il biglietto giornaliero dell’ACTV, costo cadauno 10,50 €, si può girare per tutta Venezia, isole comprese)

 

ore 12.00, incontro in piazza s. Marco per il corteo di gondole, gondole  da 6 persone cadauna, costo 15 € a persona

 

pranzo facoltativo :

a)     iscritti UNUCI, non sono iscritto ma mi iscriverò e ve lo consiglio perché :

a.      il circolo ufficiali è in riva degli Schiavoni, a fianco del Danieli, ha la disponibilità di 40 camere prenotabili con preavviso di 30 giorni, costo della singola 25 €, costo della doppia 45, costo del pasto 15 €, già provato con Pasqualotto. Vi consiglio una visitina per il caffè in modo da farVi vedere le possibilità per eventuali soggiorni extra o futuri raduni. Un ambiente delizioso in centro a Venezia. Non si devono indossare pantaloni corti, jeans o scarpe da tennis, in fin dei conti siamo ufficiali !!!

ipotetico costo di pensione completa per 2 persone : 105 € al giorno in pieno centro storico.

b)    ognuno si arrangia per conto proprio in ristorantini o per le osterie

prosecuzione giro turistico con alternative di mostre, costo persona Pal. Ducale 11 €

 

2) opzione per acqua alta, dipende dalle zone sommerse :

giro turistico misto, con passerelle o all’asciutto, con le stesse caratteristiche del giro precedente, però con limitazioni da valutare

 

3) opzione per acqua molto alta o per coloro che conoscono già Venezia :

gita a pellestrina-chioggia o alle altre isole, compreso nel biglietto giornaliero ACTV, pranzo, facoltativo, a Pellestrina, isola di pescatori o a Chioggia, cittadina turistica e di pescatori…….costo del pranzo max 25-35 €

 

ore 16.00 ritorno a Piazzale Roma e rientro in albergo con il pullman

ore 18.30 santa messa in chiesa, vicino all’albergo

ore 20 : cena in sala riservata della trattoria ‘Da Ugo’, costo a persona 55 €

menù : antipasto la catalana, piatto forte della casa, solitamente piatto unico :

½ aragosta o astice, canoce, gamberoni, altri crostacei, con verdure di stagione in pinzimonio

primo piatto : tagliolini o risotto di pesce o altro da definire

secondo piatto : grigliata mista

dolce, caffè

vino : varietà di vini della cantina Magnolia di Negrisia

acqua

dopo la cena :

sulla strada di ritorno all’albergo, puntata al vicinissimo casinò, con biglietto di ingresso omaggio, consumazione compresa

 

Domenica

Ore 9.00 : Partenza in pullman dall’albergo fino all’imbarcadero del Tronchetto

Costo 10  € persona

 

Ore 9.30 imbarco sul motoscafo privato per la visita all’isola di Burano, la più allegra e gaia di tutte le isole, patria dei merletti e dei pizzi,  e all’isola degli Armeni o di Murano, Durante il viaggio : Inizio del revival con canti ed amenità.

Costo 20 € persona

 

Ore 13.00 arrivo a piazza s. Marco,

passeggiata lungo la via delle griffes, calle larga 22 marzo, fino all’albergo Europa per il pranzo, circa 200 metri. Pranzo in ambiente mondano e di lusso con terrazza sul  Canalgrande, di fronte alla Madonna della Salute, al bacino di S. Marco ed all’isola di S. Giorgio,  menù concordato, costo 70 € a persona

menù :

antipasto misto : bollito (canoce ?), gamberoni, baccalà mantecato (?)

2 primi piatti : risotto alle vongole e limone, pasta con mazzancolle e zucchine

secondo piatto : turbante di branzino alle verdure di stagione con contorno

dolce : mousse, caffè

vino : varietà di vini della cantina Magnolia di Negrisia (bianco di Custoza)

Ore 16 partenza da piazza s. Marco e ritorno all’isola del Tronchetto

Ore 16.30 partenza con il pullman verso l’albergo

 

QUESTIONARIO

Da inviare al Fax 0105768349 (Sessarego; segreteria raduni)

 

Partecipante:                       COGNOME.......................................................................................

 

                                            NOME................................................................................................

 

Accompagnato da               COGNOME.......................................................................................

 

                                            NOME...............................................................................................

 

ARRIVO:  Venerdì              Sabato               Domenica                          alle ore................

MEZZO:    Macchina              Treno               Aereo        

 

ALBERGO: per il pagamento attendiamo le modalità : invio fotocopia carta di credito o bonifico

 

 

CENA VENERDI’ 30/09:                                                                                  SI              NO 

“Trattoria da UGO a Campalto”

 

TRASFERIMENTI IN PULLMAN 1/10                                                          SI             NO 

Dall’albergo a Venezia e ritorno

 

GIRO A PIEDI GUIDATO DEL CENTRO STORICO SABATO 1/10         SI             NO 

Partenza h. 9.20 da Piazzale Roma

 

GIRO A PIEDI AUTONOMO DEL CENTRO STORICO SABATO 1/10    SI             NO 

Partenza h. 9.20 da Piazzale Roma

 

GIRO IN GONDOLA  SABATO 1/10                                                             SI             NO 

Partenza h. 12-12.20 dall’albergo Europa, via 22 Marzo

 

                                                           GIORNATA LIBERA SABATO 1/10                                                             SI             NO                                                            

Acquisto biglietto giornaliero vaporetti

 

VISITA PALAZZO DUCALE o MOSTRE VARIE SABATO 1/10              SI             NO 

 

preferenze...............................................................................................................................................

 

PRANZO SABATO 1/10   facoltativo, servono indicazioni                         SI              NO 

 

CENA SABATO 1/10                                                                                       SI              NO 

“Trattoria da UGO a Campalto”

 

TRASFERIMENTI IN PULLMAN DOMENICA 2/10                                    SI             NO 

 

GIRO PER LE ISOLE BURANO e..IN MOTOSCAFO DOMENICA 2/10   SI             NO 

Partenza h. 9.20 dall’isola del Tronchetto

 

PRANZO DOMENICA 2/10                                                                             SI              NO 

Albergo Europa – Venezia sul Canalgrande

ITINERARIO I (DURATA: circa 4 ore e mezza.)

 

VENEZIA OLTRE S. MARCO: DA PIAZZALE ROMA/ STAZIONE FERROVIARIA A S.MARIA DEI MIRACOLI ( SESTIERE DI CANNAREGIO E UNA PICCOLA PARTE DEL SESTIERE DI CASTELLO) CON PUNTATINA AL GRAN TEATRO “ LA FENICE” (SESTIERE DI S: MARCO)

 

INTRODUZIONE: questo itinerario si svolge per lo più nel sestiere di Cannaregio, che occupa la parte nord-occidentale della città, rivolta verso la terraferma. Il suo nome sembra derivare dal Canal Regio che lo attraversa e che costituiva la via di collegamento più importante verso la terraferma sino a quando fu costruito il ponte ferroviario. Ma vi è anche l’ipotesi che il termine Cannaregio derivi dal fatto che in antico questa zona fosse ricca di canneti. Certo questa parte della città è il risultato di successivi interventi di bonifica sulle zone di barena che diedero origine a isolati paralleli con ben definite cortine edilizie.Ne risultò col tempo una conformazione regolare, assai diversa dal resto della città , che si fermò con l’intervento delle Fondamente Nuove del 1589 che costituiscono il suo limite di sviluppo.Più di un terzo della popolazione cittadina vive a Cannaregio. Si tratta per la maggior parte di una zona intatta, percorsa  da ampi e lunghi canali paralleli, attraversata da vicoli e caratterizzata da negozietti, semplici bar e botteghe artigianali. Tutto questo fa di Cannaregio un quartiere caratteristico e popolare, impreziosito però da palazzi e chiese ricche di opere d’arte di altissimo livello. In fondo ogni angolo della città trasuda d’arte , di storia , di civiltà.

 

PERCORSO: Piazzale Roma, Fondamenta S. Simeon Piccolo ( costeggia il Canal Grande), Ponte degli Scalzi, 1) Fondamenta e Chiesa degli Scalzi (zona Stazione ferroviaria di S. Lucia), Lista di Spagna, 2) Campo e Chiesa di S. Geremia, Ponte delle Guglie, 3) Ghetto ( dopo il ponte, girando a sinistra sulla Fondamenta di Cannaregio e infilando la terza calle a destra, il Sotoportego del Ghetto),Ponte del Ghetto Novo ( dopo il ponte si gira a sinistra), Fondamenta degli Ormesini, Calle e PonteTurlona, Fondamenta della Sensa, Calle dei Riformati, Monastero delle Carmelitane Scalze e Fondamenta dei Riformati, 4) Campo e Chiesa di S. Alvise, Calle del Capitello, Fondamenta della Sensa, Calle Brazzo, Corte Cavallo, Fondamenta Madonna de l’ Orto, 5) Campo e Chiesa della Madonna del’Orto, Calle dei Mori, 6) Campo dei Mori, Fondamenta dei Mori, calle del Fonte , Calle dei Muti,  Corte dei Muti, Fondamenta dell’Abbazia, 7) Campo dell’Abbazia, Scuola Vecchia della Misericordia e Chiesa di S. Maria della Misericordia, Fondamenta della Misericordia, 8) Campo e Chiesa di S. Marziale, Calle Zancani, 9) Campo e Chiesa di S. Fosca, 10) Strada Nuova, 11) Campo e Chiesa dei SS. Apostoli, Campo drio la Chiesa, Calle Vincenzo Manzini, Calle Larga dei Proverbi,  Rio Terrà dei SS. Apostoli, Salizzada del Spezier,, Salizzada Serimàn, 12) Campo e Chiesa dei Gesuiti ( e Oratorio dei Crociferi), Salizzada de(gl)i Specchieri, Fondamente Nuove, Fondamenta dei Mendicanti, 13) Campo e Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, Calle Larga Giacinto Gallina,Fondamenta del Piovàn, 14) Campo e Chiesa di S. Maria dei Miracoli ( o “ S. Maria Nova”), Calle del Spezier, Campiello Bruno Crovato,  Salizzada S. Canciano, Campiello Flaminio Corner e Ponte S. Giovanni Crisostomo, 15) Salizzada e Chiesa di S. Giovanni Crisostomo, 16) Salizzada del Fondaco dei Tedeschi e Fondaco dei Tedeschi, 17) Ponte di Rialto, 18) Campo  S. Bartolomeo, Marzarieta 2 aprile, 19) Campo e Chiesa di S. Salvador, Calle del Lovo, Calle del Teatro o della Commedia, Calle del Forno, Campo S. Luca, Calle e Ponte dei Fuseri, Ramo dei Fuseri , Frezzaria, Calle del Frutariol ,20)  Campo S. Fantin e Gran Teatro “ La Fenice” ( a questo punto, volendo, si potrebbe raggiungere la vicina Piazza S. Marco, attraversando la calle del Cafetier, la Calle del sartor da veste, Via XXII Marzo, Campo S. Moisè, Calle Seconda de l’Ascension ; dopo aver visitato la Piazza converrebbe prendere il vaporetto diretto a Piazzale Roma alla fermata di S. Marco, Calle Vallaresso, oppure alla fermata di S. Zaccaria, sul Molo).

 

N. B. Alcuni luoghi sono stati evidenziati in grassetto non per indicare i monumenti o le zone più importanti, ma per mettere in rilievo dei punti di riferimento utili per la direzione da prendere.

 

DI  MAGGIORE  INTERESSE

1)      La Chiesa degli Scalzi, costruita nel 1654 su progetto di uno dei più valenti architetti del Seicento veneziano, Baldassarre Longhena, è di gusto barocco secondo le attese dei committenti, una comunità di carmelitani scalzi provenienti da Roma. La facciata , opera di Giuseppe Sardi, è l’unica in marmo di Carrara presente a Venezia.La chiesa contiene le spoglie dell’ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin, oltre agli affreschi del Tiepolo scampati al bombardamento austriaco del 1915 ( Prima Guerra Mondiale). ( Orario di apertura: 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

2)      La Chiesa di S. Geremia , ricostruita nel 1753, ospita le spoglie di S. Lucia , martire siracusana, provenienti dalla chiesa a lei intitolata, demolita per la costruzione della stazione ferroviaria. Accanto alla Chiesa sorge Palazzo Labia, uno degli edifici più sontuosi in città, che ospita nelle sue sale affreschi del Tiepolo; esso risale alla metà del Seicento ed è oggi sede delle Rai. ( orario di apertura: 8.30-12; 16-18.30, entata gratuita)

3)      Il Ghetto di Venezia è una zona della città di notevole importanza storica: si tratta del più antico ghetto in Europa, ancora più antico di quello di Roma ( 1555) . Esso fu fatto sorgere per volontà del governo della repubblica nel 1516 in un isolotto di Cannaregio dove si trovava una fonderia ; appunto da“ getto” o “ghetto”,  ossia “colata”, questo quartiere ebraico deriva il suo nome, destinato a diffondersi rapidamente in tutta Europa  a indicarele aree di reclusione degli ebrei. Di giorno gli abitanti potevano uscire dal Ghetto ma erano tenuti ad indossare berretti e distintivi di identificazione. Le uniche occupazioni loro consentite erano il commercio tessile, il prestito di denaro e la medicina.  Il numero crescente di ebrei determinò l’espansione del Ghetto. Gli edifici si innalzarono verticalmente ( i cosiddetti grattacieli di Venezia) e si estesero, in tre successive fasi di sviluppo, nel Ghetto Vecchio, Nuovo, e Nuovissimo ( dal 1633). Nel percorso che porta al campo del Ghetto Nuovo si incontrano la Scuola Spagnola e quella Levantina, sinagoghe che alla maniera veneziana presero il nome ( appunto “ Scuola”) dalle associazioni laiche di arti e devozione. Fra gli alti edifici che danno sul campo del Ghetto Nuovo si notano le altre sinagoghe , riconoscibili spesso per una cupola che sormonta la costruzione. In questo campo si trova anche il Museo d’arte ebraica che raccoglie gli esempi più significativi della tradizione ebraica veneziana.

4)      La caratteristica fondamentale della Chiesa di S.Alvise, di origine trecentesca, è un primo esempio di coro delle donne ( barco), sorretto da colonne, che comunicava direttamente col convento adiacente. Alvise è la forma veneziana del nome Luigi, il vescovo di Tolosa cui è dedicata questa chiesa. ( Orario di apertura. 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

5)      La bellissima Chiesa della Madonna dell’Orto spicca per la sua facciata in cotto che denuncia con i suoi elementi romanici, gotici e rinascimentali l’antica origine di questa chiesa un tempo dedicata a S. Cristoforo. Il titolo attuale risale al Trecento, quando, secondo la tradizione, fu trovata una statua della Madonna col Bambino in un orto della città. La chiesa è completata dal campanile quattrocentesco chiuso da una cupola a bulbo del 1503. La notorietà della chiesa deriva anche dal fatto che vi è sepolto il celeberrimo Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, autore di molti capolavori veneziani, alcuni dei quali si trovano nella chiesa stessa (“ Il giudizio Universale”). ( Orario di apertura : 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

6)      Secondo la tradizione popolare , i  “Mori” erano i tre fratelli Mastelli provenienti dalla Morea ( il Peloponneso, in Grecia).Commercianti di sete, si stabilirono a Venezia nel 1112 dove costruirono Palazzo Mastelli , non lontano dalla Chiesa della Madonna dell’Orto e riconoscibile dal bassorilievo a forma di cammello. Le loro figure in pietra rovinate dal tempo possono essere viste sulle pareti del campo sul lato orientale. Un quarto mercante orientale con un grande turbante fronteggia il Rio della Sensa, sulla facciata della casa del Tintoretto, quella  al civico 3399.

7)      Percorrendo la fondamenta si giunge al campo dell’Abbazia che si affaccia su due canali. L’ex Scuola di Santa Maria della Misericordia si affaccia sul campo che conserva ancora l’originaria pavimentazione in cotto. La fondazione della Scuola risale al XIII secolo, mentre quella della chiesa addirittura al X .La facciata della chiesa che ora possiamo vedere risale però al 1659, mentre la scuola ha un prospetto quattrocentesco.Superato il rio del’Abbazia si incontra la nuova sede della Scuola della Misericordia, progettata dal noto architetto Sansovino nel 1583 ma rimasta incompiuta.

8)      La chiesa di S. Marziale , ricostruita nel 1721, è apparentemente semplice, quasi anonima, ma è ricca al suo interno di un dipinto del grande Tiziano ( ora collocato alla Madonna dell’Orto),di una pala del Tintoretto  e di tele di Sebastiano Ricci, noto pittore del Settecento veneziano.

9)      La chiesa di S. Fosca , pur essendo di fondazione antica, presenta però una facciata che risale al 1741. Al centro del campo si trova il bronzeo monumento a Paolo Sarpi (1892), frate veneziano e consulente giuridico della Repubblica, protagonista della nota  controversia giurisdizionale che la Serenissima ebbe con la Roma dei papi.

10)  Questa lunga strada, un’ arteria  che collega la Stazione ferroviaria a Rialto e di cui si percorrerà l’ultimo tratto tra S. Fosca e il campo SS. Apostoli , fu costruita  nel XIX secolo e fu inaugurata il 2 settembre 1871. Si sviluppa in due tronconi rettilinei larghi circa 10 metri che corrono paralleli al Canal Grande.

11)  Il campo Santi Apostoli prende il nome dalla chiesa di cui si nota l’interessante e alto campanile ricostruito nel 1672 con la cella campanaria di stile classicheggiante , aggiunta nel Settecento. Il campo Ss.Apostoli è un importante snodo dei percorsi che vanno in direzione di Rialto, della Stazione e delle Fondamente Nuove. Ed è in quest’ultima direzione che prosegue il nostro itinerario girando attorno alla chiesa e percorrendo il rio terrà dei Santi Apostoli e le Salizzade Borgato e Serimàn..

12)  Giunti al ponte si scorge il bel Palazzo Zen ( realizzato probabilmente  dal valentissimo architetto Serlio fondendo gli stili gotico e rinascimentale), non lontano dal Campo dei Gesuiti; quest’ultimo è più una larga arteria verso le Fondamente Nuove che un vero e proprio campo. .Sul campo si affacciano l’Oratorio dei Crociferi ( che ospita un importante ciclo del noto pittore cinquecentesco Palma il Giovane; aperto il venerdì e il sabato pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, entrata a pagamento) e la Chiesa dei Gesuiti, l’ordine religioso che subentrò a quello dei Crociferi quando potè rientrare a Venezia nel 1657, dopo esserne stato allontanato dal governo veneziano per motivi politici nel 1606, all’epoca della disputa giurisdizionalistica tra la Repubblica di Venezia e i papi, a cui i Gesuiti erano particolarmente legati. La chiesa attuale risale al 1730 e ha la facciata che ricalca  stili e modelli barocchi di origine romana. L’interno è caratterizzato da un’affascinante decorazione marmorea a intarsi bianchi e verdi, mentre il soffitto è valorizzato da stucchi bianchi e oro. Sempre all’interno della chiesa si può ammirare sopra  il primo altare a sinistra lo straordinario “ Martirio di S. Lorenzo” , autentico capolavoro del sommo Tiziano, definito da uno storico dell’arte “ il primo vero notturno nella storia dell’arte” (Orario di apertura: 10-12; 16-18; entrata gratuita).

13)  La zona in questione ha sempre avuto un forte carattere religioso e assistenziale. A ricordarcelo nel campo sono ancora oggi  la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo e la Scuola ( cioè Confraternita ) di S. Marco, attuale Ospedale civile. Davanti alle due facciate si erge il monumento equestre a Bartolomeo Colleoni ( condottiero bergamasco al servizio della Serenissima), statua di Andrea Verrocchio, maestro di Leonardo da Vinci, che risale alla fine del Quattrocento.

           La bella Scuola Grande di S.Marco è un edificio del 1489 di Pietro Lombardo, che realizzò                 

una deliziosa facciata asimmetrica, con arcate, pannelli in marmo ed effetti “ trompe l’oeil” . La parte superiore fu terminata nel 1495 da un altro grande architetto rinascimentale, Mauro Codussi. Le cosiddette Scuole Grandi, di cui quella di S. Marco era una delle più importanti, erano confraternite laiche animate da profondo senso religioso e da spirito di carità nei confronti degli strati sociali più bisognosi, dei malati, dei derelitti, ecc. La tradizione vide la Scuola di S. Marco impegnata nel servizio ai malati fino al 1815, quando l’edificio fu adibito dagli austriaci a ospedale.

La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo presenta invece una facciata incompleta: la struttura gotica della chiesa si sposa con un portale che segna il passaggio fra il gotico e il rinascimento. Dedicata a due santi domenicani, la chiesa assieme al convento ospita questo importante ordine religioso sin dal 1234. La sua grandezza , che compete con quella dei Frari ( basilica di un altro ordine, quello dei Francescani, e altrettanto ricca di monumenti dedicati a patrizi veneziani), è alleggerita dallo slancio in verticale delle linee architettoniche sia interne sia esterne, nel solco della migliore tradizione gotica. ( Orario di apertura: 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

14)  Nascosta in un labirinto di callette e canali, Santa Maria dei Miracoli, splendido capolavoro del primo Rinascimento veneziano, è una chiesa piccola, ma certamente merita di essere vista. E’ un gioiello di dimensioni modeste ma di grandissimo valore. Spesso paragonata a uno scrigno, ha una facciata decorata con marmi policromi, bassorilievi e sculture. Venne costruita negli anni 1481-89 dall’architetto Pietro Lombardo per ospitare “La vergine col Bambino” ( 1408), un dipinto che si riteneva avesse poteri miracolosi. L’opera è ancora visibile sopra l’altare.L’interno della chiesa , non meno elegante dell’esterno, è abbellito con marmo rosa, bianco e grigio e coronato da un soffitto con 50 riquadri con ritratti di santi e profeti. ( Orario di apertura: 10-17, entrata a pagamento: euro 2.50).

15)  La graziosa, piccola Chiesa di San Giovanni Crisostomo, con una deliziosa facciata color terracotta, si trova in un vivace quartiere vicino a Rialto. Costruita tra il 1479 e il 1504, fu l’ultima opera di Mauro Codussi, uno dei grandi esponenti dell’architettura del primo Rinascimento veneziano. L’interno è buio e intimo; alle pareti troviamo due capolavori della pittura rinascimentale:  “ I Santi Cristoforo, Girolamo e Agostino” di Giovanni Bellini, e “S. Giovanni Crisostomo e sei santi” di Sebastiano del Piombo. ( Orario di apertura 10.30-12, 15.30-18;  entrata gratuita).

16)  Il Fontego (fondaco) dei Tedeschi, ragguardevole edificio sul Canal Grande, un tempo usato come magazzino e alloggio per i commercianti tedeschi, è ora la sede delle Poste.

17)  Vedi il percorso “ Venezia oltre S. Marco” : da Piazzale Roma a Rialto, n. 9.

18)  Vedi il percorso “ Da Piazzale Roma a S. Marco e oltre “, n.25.

19)  Vedi il percorso “ Da Piazzale Roma a S. Marco e oltre “, n.24.

20)  Il campo S. Fantin prende il nome ( del resto come tutti i campi veneziani) dalla chiesa fondata nel lontano IX secolo, ma poi ricostruita nel XVI secolo dallo Scarpagnino. Di fronte alla chiesa  c’è il  celebratissimo Gran Teatro “ La Fenice”. Un destino di incendi, devastazioni e successive ricostruzioni sembra essere quello di questo teatro, nuovamente distrutto dalle fiamme la sera del 29 gennaio 1996 . Costruito nel 1792 in stile classico, era allora uno dei molti teatri privati per rappresentazioni teatrali e operistiche . Nel dicembre del 1836 un incendio ne distrusse l’interno; venne però ricostruito solo un anno più tardi, proprio come il mitico uccello, la fenice, che rinasce dalle proprie ceneri. Durante l’800 il suo nome si legò a quello dei grandi compositori italiani. Tra le prime d’opera che si tennero qui ricordiamo la famosa “ Traviata” di Giuseppe Verdi. Oggi, finalmente ricostruito dopo lo scioccante incendio del 1996 (ma il restauro fu tirato per le lunghe ed ebbe molte fasi di stallo, con grande scandalo della cittadinanza), ospita – in collaborazione col Teatro “ Malibran “ ( a S. Giovanni Crisostomo) - le rappresentazioni teatrali e operistiche.

 

ITINERARIO II (DURATA: 6/7 ore ca)

DA PIAZZALE ROMA A SAN MARCO E OLTRE ( ARSENALE E S. PIETRO DI CASTELLO)

 

 INTRODUZIONE : dopo aver  attraversato parte del sestiere di Dorsoduro e il Ponte dell’Accademia , si raggiungerà il sestiere di S. Marco e il suo spazio più importante , la Piazza.

Sede degli antichi centri politico e giudiziario di Venezia, il sestiere di S. Marco è il cuore della vita veneziana sin dai primi giorni della Repubblica. Lo stupendo biglietto da visita della Serenissima è da sempre Piazza S.Marco. La Piazza, descritta da Napoleone come il  “più elegante salotto d’Europa”, fu l’unica ritenuta meritevole di chiamarsi piazza; le altre furono definite solo campi. L’area di S. Marco racchiude, comprensibilmente, il maggior numero di hotel di lusso, ristoranti e negozi. Vi si trovano anche chiese imponenti e uno stuolo di bei palazzi. Molti di questi fiancheggiano la curva sud del Canal Grande che delimita il sestiere.

Oltre Piazza S. Marco si estende il sestiere di Castello; esso prende il nome dalla fortezza dell’VIII secolo che un tempo si innalzava là dove ora c’è San Pietro, l’isola che per secoli fu il centro religioso della città, in quanto sede della cattedrale cittadina dal 1451 al 1807 , anno in cui titolo e funzione furono trasferiti alla Basilica di S. Marco. L’intero sestiere è il più esteso di Venezia: ha una forte presenza residenziale, una vasta zona occupata dal celeberrimo Arsenale, sede di costruzione delle navi della Serenissima, e infine una zona popolare che si spinge nella laguna in direzione del mare, dovuta agli insediamenti più recenti.

 

PERCORSO : Piazzale Roma, Giardini di Papadopoli ( dopo il ponte grande sul Rio Nuovo ), Campo e Chiesa dei Tolentini, Fondamenta dei Tolentini, Fondamenta Minotto, Salizzada S. Pantalon, Campiello Mosca e Ponte S. Pantalon, 1) Campo e Chiesa di S. Pantalon, Calle della Chiesa, 2) Campo S. Margherita, Rio Terrà Canal, 3) Ponte dei Pugni, Fondamenta Gherardini, 4) Campo S. Barnaba , 5) Sotoportego del Casin dei Nobili ( direzione Accademia) , Calle Lombardo, Fondamenta della Toletta, Ponte delle Maravegie ( si gira poi a sinistra), Fondamenta Priuli, Calle Contarini Corfù, Calle Gambara, 6) Campo della Carità e Gallerie dell’Accademia, 7) Ponte dell’Accademia ( sul Canal Grande), Campo S. Vidal, Campiello S. Vidal, 8) Campo S. Stefano ( a metà campo , sul lato destro, si imbocca la Calle del Spezier, direzione S. Marco),  Calle del Spezier e Ponte S. Maurizio, Calle del Piovan, Campo S. Maurizio, Calle e Ponte Zaguri, Campiello della Feltrina, Ponte Duodo o Barbarigo, 9) Campo e Chiesa di S. Maria Zobenigo ( o “ del Giglio”), Calle e Ponte delle Ostreghe, 10) Calle larga XXII Marzo, 11) Campo e Chiesa S. Moisè, Salizzada S. Moisè, Calle seconda dell’Ascension, 12) Piazza S. Marco, Molo, 13) Ponte della Paglia ( e , in secondo piano, Ponte dei Sospiri), Riva degli Schiavoni, Sottoportego di S.Zaccaria, 14) ) Campo S. Zaccaria, Campo S. Provolo, Fondamenta de l’Osmarin, 15 ) Ponte dei Greci ( dal ponte vista a destra della Chiesa dei Greci), Calle della Madonna, Salizzada dei Greci, 16 ) Ponte e Salizzada S. Antonin ( dal ponte vista a sinistra della Scuola di S. Gorgio degli Schiavoni), 17) Campo S. Giovanni in Bragora ( o Bandiera e Moro), Salizzada del Pignater, Calle dei Corazzeri, Calle del Pestrin, Fondamenta del Pintor e Ponte Storto, 18) Campo e Chiesa S. Martin, Fondamenta de fazza l’Arsenal, 19 ) Campo ( ed entrata principale) dell’Arsenale, Campo della Tana, Ponte della Tana, Fondamenta della Tana, Corte Nova 20 ) Via Garibaldi (sbucati in questa via  dalla Corte Nova si tiene la sinistra; il tratto restante di Via Garibaldi  va percorso tutto, poi rispetto al canale successivo si mantiene la sinistra ), Fondamenta S. Gioachin , si imbocca quindi la prima calle a sinistra , chiamata Calle S. Gioachin, Fondamenta Riello, Calle Riello, Calle Ruga, Campo Ruga, Salizzada Streta, Calle del Terco o del Squero, Campiello del Terco ( si attraversa quindi un grande ponte sul largo canale di S. Pietro), 21) Campo e Chiesa di S. Pietro di Castello ( dal Campo di S.Pietro si torna ora indietro fino  a Via  Garibaldi, procedendo a ritroso ,  attraversando cioè il Campiello del Terco ecc.), Via Garibaldi ( allo sbocco di questa via si segue un percorso “ esterno” passando per le Rive che danno sulla laguna,  in direzione S. Marco), Riva S. Biagio, Riva Ca’ di Dio, 22) Riva degli Schiavoni, S. Marco ( arrivati in Piazza, in un punto delle Procuratie Vecchie  non distante dalle Nuovissime si attraversa il Sotoportego dell’Arco Celeste), 23) Bacino Orseolo, Calle Goldoni, Campo S. Luca, Calle del Forno, Calle del Teatro o della Commedia, Calle del Lovo, 24) Campo S. Salvador,  Marzarieta Due Aprile, 25) Campo S. Bartolomeo, 26) Ponte di Rialto ( dopo la sosta sul Ponte conviene ridiscendere, raggiungere la Pescaria S. Bartolomeoe quindi la  Riva del Carbon dove si trovano le fermate dei vaporetti; per arrivare a  Piazzale Roma basterà salire su un vaporetto della linea 1 o 82).

 

N.B. Alcuni luoghi sono stati evidenziati in grassetto non per indicare i monumenti o le zone più importanti, ma per mettere in rilievo dei punti di riferimento utili per la direzione da prendere.

  

DI MAGGIOR INTERESSE:

1)      La principale caratteristica dell’ attuale Chiesa di S. Pantalon , edificio risalente al tardo ‘600 e dalla facciata incompleta, è il soffitto dipinto, notevole per gli effetti illusionistici. Alcuni la ritengono la più grande opera d’arte su tela: comprende un totale di 40 scene raffiguranti il martirio e l’apoteosi di San Pantalon, medico dell’Asia Minore martirizzato nel IV secolo.Ben 24 anni ci vollero all’artista, Gian Antonio Fumiani, per portare a compimento questo enorme quadro. Di notevole interesse è anche l’emozionante dipinto di Paolo Veronese “S. Pantalon che risana un fanciullo” ( seconda cappella a destra), che fu il suo ultimo lavoro ( 1587). (Orario di apertura: 16-18, talvolta anche di primo mattino; entrata comunque gratuita).

2)      Il campo S. Margherita , uno dei pochi alberati in città e certamente uno dei più animati, è sede ancor oggi di mercato (ittico), nonché luogo di ritrovo serale presso i molti locali che ne disegnano il perimetro. La sua forma irregolare è caratterizzata da ciò che resta della chiesa di Santa Margherita e da una serie di abitazioni popolari tra le quali si distinguono, lungo il fianco destro, alcuni gradevoli palazzetti di sapore bizantino (nn. 2961-2) o gotico (nn. 2927-35). All’interno della Piazza si stacca isolata la ex Scuola dei Varoteri, i pellicciai ( da “ vaio” cioè pelliccia) , che reca un rilievo sbiadito della madonna dell Misericordia, protettrice appunto dei conciatori di pelle.

3)      Il ponte dei Pugni è così chiamato perché qui si affrontavano in una  spettacolare tenzone  gli abitanti di due parti opposte di Venezia, i Castellani e i Nicolotti, lottando sul ponte dove esistono ancora le impronte dei piedi indicanti la posizione iniziale degli scontri. Un tempo non esistevano ringhiere e i contendenti finivano spesso in acqua. Queste risse legate alla tradizione arrivarono ad essere così cruente che vennero proibite nel 1705.

4)      La zona di San Barnaba, con la centrale piazza lungo il canale, era conosciuta nel XVIII secolo come il luogo di residenza dei patrizi veneziani caduti in miseria. Questi “barnabotti” erano qui attratti dagli affitti bassi, e mentre alcuni confidavano nel supporto statale o nelle elemosine, altri lavoravano come cassieri al ridotto ( luogo riservato ai giochi d’azzardo, una sorta di casinò). Oggi la piazza e il canale, con la chiatta in pianta stabile carica di verdura , sono assai pittoreschi. La chiesa settecentesca, dalla mole alquanto massiccia, non è di rilievo. Nella casetta attigua alla chiesa abita attualmente, con la discrezione e riservatezza  che gli è propria,   l’ex patriarca di Venezia , card. Marco Cè.

5)      Il Sotoportego del Casin dei Nobili lega il suo nome ad una casa frequentata solo da nobili veneziani. Le abitudini all’interno non erano però affatto nobili: vi si praticavano il gioco ( ovviamente d’azzardo) e l’ intrattenimento di “ gentil donne”.

6)      L’attrazione principale del Campo della Carità sono senz’altro le giustamente celebrate Gallerie dell’ Accademia, la più grande collezione di arte veneziana esistente al mondo, ospitate in tre edifici un tempo appartenenti a religiosi. Coprendo un periodo di cinque secoli, lo straordinario museo dell’Accademia fornisce una gamma completa della scuola veneziana, dal periodo bizantino medievale al Rinascimento, al Barocco e al Rococò. Sono qui esposte opere dei più grandi pittori di ambito veneto, che sono anche tra i più grandi  di tutti i tempi: Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Veronese, Lotto, Carpaccio, ecc.

7)      L’attuale ponte dell’Accademia, costruzione lignea che attraversa il Canal Grande in sostituzione del ponte fatto innalzare dagli Austriaci nel 1854, fu eretto nel 1933 su progetto dell’ing. Eugenio Miozzi, caro ai cittadini più appassionati di civiltà veneziana  anche per il suo pregevole testo ( ormai pressochè introvabile) “Venezia nei secoli”, una vera miniera di informazioni sui vari aspetti storici e soprattutto artistici e architettonico- urbanistici di questa stupenda città. Dal ponte si può godere una suggestiva panoramica.

8)      Il campo S. Stefano, uno dei più grandi della città, è “ cintato” da prestigiosi palazzi che furono la residenza di importanti famiglie patrizie, i Morosini, i Loredan; nel palazzo dominicale della famiglia Pisani di S.Stefano, sontuoso e imponente edificio dei sec. XVII-XVIII ma meno in vista delle altre costruzioni, ha la sede dal 1897 il Conservatorio di  Musica intitolato al compositore veneziano Benedetto Marcello, un contemporaneo di Vivaldi. Nel passato in Campo S. Stefano si svolgevano corse di tori , e si tenevano anche balli e feste di carnevale. Oggi si presenta come una piazza piacevolmente informale dove i bimbi giocano e i turisti sostano nei caffè all’aperto. Al centro del campo si erge la statua di Nicolò Tommaseo , un intellettuale dalmata , figura centrale della rivolta del 1848 contro gli Austriaci. La statua è sorretta a tergo da una pila di libri sempre in marmo. Siccome sembra che fuoriescano dal posteriore dell’illustre patriota, i Veneziani con la consueta irriverenza l’ hanno ribattezzata  “ el Cagalibri”. La Chiesa di S.Stefano, che dà il nome al campo, venne eretta nel XIII secolo dagli Agostiniani con il convento accanto. Ha ancora un impianto gotico anche se internamente è stata modificata. (Orario : 10-17; entrata a pagamento, euro 2, 50).

9)      Il Campo di Santa Maria del Giglio è uno dei pochi affacciati sul Canal Grande. La Chiesa di Santa Maria del Giglio si chiama anche Zobenigo probabilmente perché fondata nel IX secolo dall’antica famiglia Jubanico. La costruzione dell’esuberante facciata barocca venne finanziata dalla ricca famiglia patrizia dei Barbaro, che celebra i propri successi navali e diplomatici nella chiesa. Di un certo interesse sono all’interno una  “ sacra Famiglia “ attribuita al Rubens e due opere di Tintoretto. (Orario di apertura: 10-17; entrata a pagamento, euro 2,50).

10)  La Calle Larga XXII, allargata nel 1880 e così denominata a ricordare la data della cacciata degli Austriaci da Venezia nel 1848, costituisce attualmente un percorso, sino alla Bocca di Piazza, prescelto dalle più importanti firme del settore orafo, pelletterie e abbigliamento di livello nazionale e internazionale ( Gucci, Ferragamo, Bulgari, La Coupole) per esporre la loro produzione più recente e preziosa.

11)  La Chiesa di S.Moisè, una delle chiese di Venezia che i Veneziani dicono di odiare, e che quantomeno lo scrivente non sopporta, ha una massiccia e francamente stucchevole facciata barocca. Terminata nel 1668, è ricoperta da un groviglio, sia pur simmetrico, di statue e busti, anneriti dal tempo prima del recente restauro. John Ruskin, lo scrittore inglese dell’800 noto per il suo grande amore per la città, in un caratteristico sfogo antibarocco la descrisse come la più disgraziata chiesa di Venezia. In effetti anche molti tra i Veneziani sensibili all’arte, adesso come nel passato, mal sopportano la presenza dello stile barocco in città, ritenendo che sia estraneo all’intima natura artistico-architettonica di questa. Condivido tale giudizio, ma solo in parte . Non si può ad esempio non ammirare l’elegante e ardita mole della Basilica della Salute, che ha almeno la funzione , proprio sul punto in cui è collocata, di rompere il profilo piatto dato dall’allineamento di tante  costruzioni  gotiche e rinascimentali, aiutando così campanili e camini a correggere con elementi di verticalità il predominio monotono del motivo orizzontale. ( Orario di apertura della Chiesa di S. Moisè: 9.30-12.30, 16-18.30, entrata libera).

12 ) Nel corso della sua lunga storia Piazza S. Marco ha ospitato spettacoli, processioni, movimenti politici e innumerevoli cortei  di carnevale. La parte orientale della piazza è dominata da due delle più importanti attrattive storiche della città: la Basilica di S. Marco e il Palazzo Ducale. La presenza della Basilica non deve ingannare: la piazza costituiva ai tempi della Serenissima Repubblica il centro esclusivamente politico dello Stato veneziano.

L’edificio che meglio esprime quanto appena ricordato è il Palazzo Ducale. Esso risale al IX secolo: era in origine un castello fortificato , distrutto, come i molti edifici che gli succedettero, da una serie di incendi. Il palazzo attuale venne costruito, per quanto riguarda la parte esterna, a cominciare dai secoli XIV e XV . I progettisti ruppero con la tradizione posando l’intero palazzo in marmo di Verona ( utilizzato sapientemente in una decorazione a losanghe bianche e rosa) su arcate in pietra d’Istria, simili a merletti, con portico sorretto da colonne. Il risultato è un capolavoro di architettura gotica, vivace e raffinato. Sin dai primi giorni della repubblica , Palazzo ducale fungeva da sede del governo, palazzo di giustizia e residenza del doge. Il potere della Serenissima è manifesto in ogni angolo dell’edificio, a partire dai grandi dipinti storici e allegorici che abbelliscono le pareti e i soffitti di splendidi atri e camere. Queste sale ornate testimoniano la gloria  della Repubblica di Venezia, e furono progettate per impressionare e intimorire gli ambasciatori in visita e i dignitari.

Accanto al Palazzo Ducale , e con esso un tempo comunicante, sorge la Basilica di S. Marco, gioiello architettonico di stile veneto-bizantino. Questa imponente basilica , a croce greca e con 5 enormi cupole, è la terza chiesa ad essere stata eretta in questo luogo, nella seconda metà dell’XI secolo. La Basilica continuò ad essere rimodellata nei secoli successivi e nel 1807, dieci anni dopo la caduta della Repubblica di S. Marco, divenne la Cattedrale di Venezia, sostituendo S.Pietro di Castello. Fino al 1797 fu adibita a cappella privata del doge e alle cerimonie di stato. Buia , misteriosa e arricchita conil bottino delle conquiste , la Basilica è all’interno un misto di influenze occidentali e orientali. La stravaganza orientale, andata aumentando nel corso dei secoli con favolosi  mosaici, marmi e statue, contribuì a creare la giusta ambientazione per le cerimonie della Serenissima. E’ qui che il doge veniva presentato alla città dopo l’elezione, che capi di Stato, papi, principi venivano ricevuti, che i navigatori venivano a chiedere protezione prima di imbarcarsi per lunghi viaggi.

Veniamo ora al resto delle costruzioni presenti nella piazza. Questa , a forma trapezoidale, è racchiusa nei due lati lunghi nella sequenza delle cosiddette Procuratie, definite vecchie e nuove per cronologia di costruzione degli edifici posti sulle arcate del porticato terreno. Le Procuratie Vecchie che dalla Torre dell’Orologio ( ancora in restauro dopo anni ! ) si svolgono nel lato nord della Piazza, conservano ancora i caratteri rinascimentali. Fanno seguito le Procuratie nuovissime ( meglio note come Ala Napoleonica), edificate nel 1807 in luogo della demolta chiesa di S. Geminiano, e volute da Napoleone per la creazione di una nuova sala da ballo.  Le Procuratie Nuove si trovano di fronte a quelle vecchie e si innestano nel lato ovest della Piazzetta, con la Libreria di S. Marco, edificata su disegno del Sansovino e voluta dalla Repubblica per conservare  i preziosissimi codici donati dal Cardinal Bessarione alla Serenissima.

Due parole sul Campanile e sulle colonne di S. Marco e di San Teodoro.

 La sommità del Campanile offre una stupenda veduta panoramica della città , della laguna e, visibilità permettendo, delle cime alpine. Oggi i visitatori dispongono di un ascensore da 14 persone , che non sempre però riesce a ridurre le code d’attesa ( la salita è a pagamento). Questa in breve la storia del campanile: in origine (XII secolo) fungeva da faro per i navigatori della laguna; nel Medioevo serviva anche da sostegno della gabbia da tortura in cui i trasgressori erano imprigionati e talvolta lasciati morire; agli inizi del XVI secolo fu restaurato in seguito ad un terremoto; nel 1902 improvvisamente crollò; fu ricostruito “ dov’era e com’era”, ed inaugurato il 25 aprile ( giorno di S. Marco, patrono della città) 1912.

Le due enormi colonne di granito che ora troneggiano nella Piazzetta arrivarono probabilmente da Costantinopoli nel XII secolo. Fino alla metà del XVIII secolo tra queste due colonne si tennero le esecuzioni dei criminali. Per tale motivo ancora oggi i veneziani superstiziosi evitano di passarci in mezzo. La colonna ad ovest è coronata da una statua marmorea di S. Teodoro, santo patrono prima della trafugazione delle spoglie di S. Marco da Alessandria nell’828 d. C. La statua è una copia moderna, quella originale è conservata a Palazzo Ducale. La seconda colonna è sormontata da un enorme leone di S. Marco in bronzo.

13) Qualche breve ragguaglio su questi due noti ponti. Il Ponte della “Pagia” è così chiamato perché vi stazionavano barche cariche di paglie per gli armenti . Secondo la leggenda , il famoso, o per meglio dire, famigerato Ponte dei Sospiri, costruito nel 1600 ca. per collegare Palazzo Ducale con le prigioni nuove, prende il nome dai lamenti dei prigionieri in procinto di raggiungere gli uffici dei terribili Inquisitori di Stato, una delle magistrature più temute della Repubblica.

14) Ai tempi della Repubblica la Chiesa di S. Zaccaria aveva accanto un monastero di Benedettine, riservato per lo più a giovani patrizie monacate, com’era costume del tempo, anche senza vocazione ( chi non ricorda la monaca di Monza , di manzoniana memoria?). Ne conseguiva che rispetto alla regola benedettina la consuetudine di vita era piuttosto permissiva , se non addirittura licenziosa.

La Chiesa, fondata nel IX secolo, subì diversi rifacimenti. L’intervento più notevole avvenne nel 1458, conclusosi con l’imponente facciata ad opera del Codussi. La facciata è ora in restauro. L’attrazione artistica dell’interno è la celeberrima “ Madonna in trono conl Bambino e Santi” di Giovanni Bellini, sontuosamente dipinta e di squisita serenità ( 1505) nella navata laterale a nord. Una delle cappelle, quella di San Tarasio , è decorata con affreschi sulle volte ( 1442 ) del notissimo Andrea del Castagno di Firenze.

Le spoglie di ben otto dogi riposano nella cripta sotterranea. ( Orario di apertura: 10-12, 16-18; entrata gratuita).

15) I Greci, presenti in città già dall’XI secolo, accorsero in massa a Venezia dopo la caduta di Costantinopoli per mano dei Turchi Ottomani ( 1453). Nel 1526 la comunità di Greci ortodossi residenti a Venezia, seconda come numero solo agli Ebrei, ottenne l’autorizzazione dal Patriarcato di esercitare il culto greco- ortodosso. Costruì nel 1539 la Chiesa in stile sansoviniano e la attigua Scuola di S. Nicolò , che ospita attualmente un Museo di preziose icone bizantine (una parte, però , viene conservata per l’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e post- Bizantini). La caratteristica più evidente della chiesa è il campanile inclinato, che sembra sul punto di cadere nel Rio dei Greci.

16) La Scuola di San Giorgio degli Schiavoni ( Dalmati) risale al 1551, anche se la presenza di una colonia di marinai e artigiani della Dalmazia ( a quei tempi sotto il governo della Serenissima) riuniti in confraternita è testimoniata a Venezia da cento anni prima. La fama di questa Scuola è dovuta al fatto di contenere all’interno alcune tra le più belle opere di Vittore Carpaccio , commissionategli dalla Confraternita ( 1508), con scene dalle vite dei tre santi protettori dei Dalmati: San Giorgio, San Girolamo e San Trifone. ( Entrata a pagamento, euro 3).

17) La Chiesa di S. Giovanni in Bragora, nel caratteristico Campo omonimo circoscritto da vecchi palazzi, risale originariamente all’VIII secolo, ma l’ edificio attuale è della seconda metà del XV secolo ed ha una chiara impronta tardo-gotica. Una lapide attesta il battesimo del famoso musicista Antonio Vivaldi, avvenuto nella chiesa nel 1678. L’interno , che dopo il restauro ha recuperato l’impianto gotico, ospita molti capolavori di illustri artisti quattrocenteschi, dal Vivarini a Cima da Conegliano. ( Orario di apertura : 13.30-17.30).

18) La Chiesa di S. Martino, opera del Sansovino, risale al 1540 quando il vicino Arsenale aveva già raggiunto notevole importanza. A fianco sorge la ex scuola di S. Martino, sede della confraternita degli spalmatori di pece delle imbarcazioni. Il santo, di cui si celebra la memoria l’11 novembre, è ancora molto ricordato in città, anche grazie ad alcune tradizioni popolari ( dolci e canti). ( Orariodi apertura : 9.30-12.30; 16-18; entrata gratuita).

19) Marcato nel tessuto urbano da muraglie in cotto e torri quadrate che qua e là, quasi improvvisamente, si offrono alla vista dei turisti in visita al sestiere di Castello, il celebre Arsenale dal XIII secolo ha determinato la vita della Repubblica marinara di Venezia e ha costituito il cuore della potenza marittima cittadina, nonchè un simbolo della sua alacre operosità. Nel periodo di maggior splendore , vi era impiegata una forza lavoro di 16000 persone , gli “arsenalotti”, che costruivano, equipaggiavano e riparavano le grandi galere veneziane , famose in tutto il mondo.Una tra le prime unità produttive d’Europa, l’Arsenale era una vera e propria città nella città, con botteghe, magazzini, officine, fonderie e moli. Oggi è in gran parte abbandonato. La zona è retta dall’amministrazione militare e per lo più è chiusa al pubblico. L’enorme entrata e la vastità del posto sono le uniche testimonianze del suo antico splendore. L’entrata consta di un  magnifico portale (1460) , vero inizio del Rinascimento a Venezia ed espressione del programma di consolidamento e affermazione del potere che la città intendeva manifestare a confronto con il declino di Costantinopoli. I due leoni a guardia dell’ingresso vennero trafugati nel Pireo, vicino ad Atene, dall’ammiraglio, poi doge, Francesco Morosini durante una vittoriosa campagna contro i Turchi. Un terzo leone, nudo e ritto, reca sui fianchi delle incisioni runiche ( del nord- Europa) attribuite ai mercenari scandinavi che nel 1040 combatterono al fianco dell’imperatore bizantino contro alcuni ribelli greci. Il busto di Dante fa memoria di una sua visita, poi riferita attraverso i celebri versi del XXI canto dell’ “ Inferno” (“ Quale ne l’arzanà de’ Viniziani/ bolle l’inverno la tenace pece…” ).

20) Assai animata e popolare, quasi un quartiere nel quartiere, Via Garibaldi è un’arteria di dimensioni inusuali a Venezia. Essa venne creata da Napoleone nel 1808 riempiendo un canale; verso la fine della via si incontra il portale dei Giardini pubblici, unica area vasta di parco presente in città, realizzata sempre in epoca napoleonica. La famosa  Biennale d’Arte occupa buona parte del parco.

21) Nell’isola di S. Pietro di Castello, uno dei primi insediamenti di Venezia,  si trova la chiesa omonima che , con il suo isolato e inclinato campanile, dà su uno spiazzo erboso. La chiesa, probabilmente fondata nel VII secolo , fu la cattedrale di Venezia dal 1451, data di fondazione del Patriarcato, sino al 1807, quando S. Marco la sostituì. La chiesa attuale , costruita su disegno palladiano a metà del XVI secolo, ha molte caratteristiche di rilievo , tra cui un trono  marmoreo proveniente da una pietra tombale araba, un tempo ritenuta addirittura il seggio di S. Pietro. ( Orario di apertura : 10-17; entrata a pagamento, euro 2.50). Il vecchio chiostro del Palazzo Patriarcale è invaso da erbacce e sommerso da bucato e da reti da pesca. Tutto ciò contribuisce a creare un’atmosfera tutta particolare, improntata a fascinoso abbandono.

22) In Riva degli Schiavoni attraccavano imbarcazioni provenienti dalla Dalmazia, denominata anche Slavonia o Schiavonia. Dalla Riva si può godere la vista dell’ Isola di S. Giorgio e della sua celeberrima Chiesa , opera del Palladio.

23) Caratteristico e pittoresco “ angolo d’acqua “ utilizzato come spazio per le gondole.

24) L’ interno della Chiesa di S. Salvador  è un bell’esempio di architettura veneziana rinascimentale. L’opera pittorica di rilievo è l’ “ Annunciazione “ di Tiziano ( 1566), al terzo altare sulla destra. Un secondo capolavoro del grande maestro cadorino che si può ammirare  in questa chiesa è la “ Trasfigurazione  di Cristo”, collocata sull’altar maggiore. La facciata della chiesa è opera secentesca ed è ricca di sculture decorative. Un altro importante edificio prospetta su questo animato campo : è la Scuola Grande di San Teodoro ( XVI-XVII secolo), la sesta fra le “ Scuole Grandi”  veneziane, vale a dire le più importanti e ricche Confraternite cittadine.

25) Vicino a Rialto , campo S. Bartolomeo è pieno di vita , soprattutto nelle prime ore della sera , quando i giovani veneziani si incontrano nei caffè , nei bar o vicino alla statua di Carlo Goldoni, il più celebrato commediografo della Venezia del Settecento.

26) Vedi il percorso “ Venezia oltre S. Marco: da Piazzale Roma a Rialto”, n. 9.

  

 

ITINERARIO III (DURATA: circa 4/5 ore. percorso turistico con la guida)

 

DA PIAZZALE ROMA A RIALTO CON PUNTATINA A S. MARCO ( SESTIERI DI S.CROCE,  S.POLO E ANCHE S. MARCO) E RITORNO

 

INTRODUZIONE: i sestieri di S. Polo e Santa Croce presero entrambi il nome dalle chiese presenti nel sestiere. Il sestiere di S. Polo, quello di minori dimensioni, si connota, tra l’altro, per la presenza del noto mercato di Rialto, oggi, ahimè, in progressiva decadenza per il lento ma inesorabile spopolamento della città. Quando, appunto, nell’ XI secolo si andarono diffondendo i mercati,   il quartiere diventò il cuore commerciale di Venezia. San Polo è ancora oggi, nonostante tutto, uno dei più vivaci sestieri della città, con bancarelle da mercato,  negozietti e bar tipici. La confusione del mercato lascia poi posto a un labirinto di stretti vicoli (“ calli “e “ rami” ) che si aprono su piazze. I punti nodali sono lo spazioso Campo S. Polo, la Chiesa dei Frari e la vicina Scuola di S. Rocco. S.Croce è in gran parte un sestiere di viuzze aggrovigliate e di piazze dove si può vedere il lato più umile della vita veneziana. Tutta questa zona ha subito molte demolizioni e trasformazioni, iniziando dal 1810 con l’abbattimento della stessa chiesa e del monastero di S. Croce. Nell’area vennero sistemati i giardini Papadopoli, simili un tempo ai parchi inglesi e oggi aperti al pubblico, ma totalmente mutati.  Nel quartiere di S. Croce è compreso il grande parcheggio automobilistico cittadino, P. Roma, punto di partenza di questo itinerario.

 

PERCORSO: Piazzale Roma, Giardini di Papadopoli ( dopo il ponte grande sul Rio Nuovo), 1) Campo e Chiesa dei Tolentini, Calle Amai, Ponte e Calle delle  Sacchere, Calle delle Chiovere, Calle dietro l’Archivio, Campiello delle Chiovere, 2) Campo, Chiesa e Scuola Grande di S. Rocco, Salizzada di S. Rocco ( si gira quindi a sinistra costeggiando la parte absidale e laterale della gotica Basilica dei Frari), 3) Campo e Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari, Calle Larga ( dopo aver ripercorso il Campo dei Frari),  Ramo dei Calegheri ( o la parallela  Calle del Mandoler), 4) Campo , Chiesa di S. Tomà e Scuola dei Calegheri, Campiello S.Tomà, Fondamenta e Ponte di S. Tomà , 5) Palazzo Centani ( casa natale di Carlo Goldoni), Calle dei Nomboli, Rio Terrà dei Nomboli, Calle dei Saponeri, Ponte e Salizzada di S.Polo, 6) Campo e Chiesa di S.Polo, Sottoportego e Calle della Madonnetta, Campiello dei Meloni, Calle de Mezzo, 7) Campo e Chiesa di S. Aponal, Calle del Luganegher, Campo e Chiesa di S. Silvestro, 8) Fondamenta o Riva del Vin (sul Canal Grande), 9) Ponte di Rialto; si attraversa il ponte lasciandosi alle spalle i rioni di S. Polo  e di S. Croce , si gira a destra dalla parte del Canal Grande e si raggiunge la Pescheria S. Bartolomeo, che dà sul Canal Grande e sta di fronte alla Fondamenta del Vin , si percorre la successiva  Riva del Ferro, si gira  a sinistra imboccando  Calle Larga Mazzini, si procede poi dritti in direzione di S. Marco, imboccando la Marzaria S. Salvador, si gira a destra e si percorre il Ramo Marzaria S. Salvador, si prosegue quindi attraversando la Marzaria del Capitello, il Ponte dei Bareteri e, andando dritti, la Marzaria S. Zulian; all’altezza del campo S. Zulian si gira  a destra, sempre percorrendo la Marzaria S. Zulian, si gira quindi a sinistra, prima del ponte, si attraversa la Marzaria dell’Orologio e finalmente si sbocca in Piazza S. Marco ( per cui si rimanda al percorso “ Da Piazzale Roma a S. Marco e oltre”, n.12), si effettua poi lo stesso percorso a ritroso da S. Marco a Rialto; attraversato nuovamente il Ponte di Rialto scendendo la scalinata centrale, si osserva la destra , 10) Palazzo dei Camerlenghi ( ai piedi del ponte sulla destra ) e Campo e Chiesa di S. Giacomo di Rialto, Campo Cesare Battisti già della Bella Vienna, 11)Mercato di Rialto e Campo della Pescheria, Fondamenta della Riva dell’Olio ( sul Canal Grande), Calle del Campaniel, 12) Campo e Chiesa di S. Cassiano, Ponte Giovanni Andrea della Croce o della Malvasia, Sottoportego de Siora Bettina, Calle della Regina, Ramo della Regina, Campo di S. Maria Mater Domini, Calle della Chiesa ( in fondo al campo , a destra), Campiello del Spezier , Ramo della Rioda, Salizzada S. Stae ( allo sbocco del Ramo della Rioda, girando a destra), 13) Campo e Chiesa di S.Stae ( sul Canal Grande), si ripercorre la Salizzada S. Stae, Calle del Tentor, Calle e Ponte del Megio, Calle Larga , 14) Campo e Chiesa di S. Giacomo dell’Orio, Ruga Bella, Campo Nazario Sauro, Calle Larga dei Bari, Campo e Chiesa di San Simeon Grande ( allo sbocco della Calle Larga, dopo aver girato a sinistra sotto un piccolo portico), Calle Lunga Chioverette ( dopo aver attraversato il ponticello sul Rio Marin), Fondamenta San Simeon Piccolo, sul Canal Grande (allo sbocco della Calle Lunga, girando a sinistra), Piazzale Roma.

 

N.B. Alcuni luoghi sono stati evidenziati in grassetto non per indicare i monumenti o le zone più importanti, ma per mettere in rilievo dei punti di riferimento utili per la direzione da prendere.

 

 

DI MAGGIOR INTERESSE

1)      La Chiesa dei Tolentini, o, a dir meglio, di S. Nicolo da Tolentino, è una maestosa chiesa del XVII secolo con un imponente portico classico. L’interno è decorato con dipinti del ‘600, tra cui l’incantevole “ Elemosina di San Lorenzo” di Bernardo Strozzi. Una palla di cannone, incastonata nella facciata, è a memoria del bombardamento austriaco del 1849.

2)       Guardando la facciata imponente della Chiesa di S.Rocco rispetto alle ridotte dimensioni dell’edificio sulla destra che ospitava la Scuoletta, cioè la confraternita, si intuisce quanto il rifacimento settecentesco della facciata fosse sovradimensionato perché doveva rapportarsi non più a quella antica sede ma alla Scuola Grande edificata sull’altro lato nella prima metà del Cinquecento. La chiesa è però di antica fondazione (1489) e l’interno ne rivela ancora le caratteristiche originarie.All’interno si conservano dipinti del Tintoretto, raffiguranti episodi della vita di S. Rocco, santo protettore degli appestati. La Scuola Grande di S. Rocco , una delle più conosciute confraternite veneziane, venne istituita nel 1478 con intenti di mutuo soccorso benefico, secondo i principi delle tradizionali associazioni corporative veneziane. Essa è famosa per il prestigioso e incantevole edificio decorato con marmi policromi ( opera degli architetti Bon , Scarpagnino, Lombardo e Giangiacomo dei Grigi), ma anche e soprattutto per la celeberrima serie di dipinti di Tintoretto che ornano le sale, forse il ciclo pittorico più  vasto e importante del grande maestro veneziano, realizzato tra il 1564 e il 1588.( entrata a pagamento).

3)      La fondazione della Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari (Frati francescani) ci porta  quasi alle origini della storia dell’ordine fondato da S.Francesco d’Assisi. Austero e ricco al tempo stesso, il grandissimo edificio sacro in laterizio risale al 1300 e fu terminato nel 1433. Il campanile , della fine del Trecento, con i suoi 70 metri è uno dei più alti in città. Alla semplicità “francescana” dell’esterno fa da contraltare l’interno, arricchito dalla presenza di molti monumenti funebri nobiliari , che hanno reso questa chiesa un pantheon dei veneziani. La maestosità dell’interno è impreziosita dallo stupendo coro ligneo al centro della navata, che consente di intravvedere anche dal fondo della chiesa la splendida tela di Tiziano raffigurante l’ “ Assunzione di Maria”. Quest’ultima è solo uno dei tanti tesori contenuti in questa stupefacente Basilica, che può contare capolavori come la “Pala Pesaro “, sempre di Tiziano , un San Giovanni Battista ligneo di Donatello e il cosiddetto “ Trittico dei Frari” di Giovanni Bellini ( sacrestia). ( Orario di apertura : 10-17; l’entrata è a pagamento: euro 2.50).

4)      Una sola osservazione: il piccolo Campo di S. Tomà è un autentico gioiellino. La facciata settecentesca della Chiesa contrasta eppure nel contempo si armonizza perfettamente con le piccole ma tipiche abitazioni che le stanno attorno, producendo un gradevolissimo effetto. L’insieme potrebbe costituire benissimo una cornice ideale per qualche commedia goldoniana. Interessante è anche la facciata tardogotica della Scuola dei Calegheri, situata di fronte alla chiesa.

5)      Nel bel palazzetto gotico Centani, di cui si può ammirare l’elegante facciata prospiciente il piccolo rio costeggiato dalla Fondamenta di S.Tomà, nacque nel 1707 Carlo Goldoni, uno dei più celebri commediografi del ‘700; l’edificio oggi ospita il Museo del Teatro e delle memorie goldoniane. Dal portone ad inferriata, che dà sulla Calle dei Nomboli al numero civico 2793, si può intravvedere il delizioso cortiletto interno con scala scoperta, uno dei tanti angoli pittoreschi di questa città unica al mondo.

6)      Il vastissimo Campo S. Polo, che dà il nome al sestiere, assunse le attuali proporzioni nel 1750, interrando il canale di S. Antonio, ed è circondato dai bellissimi prospetti dei palazzi che lo delimitano . Qui si facevano le corse, la caccia al toro e le feste mascherate durante il carnevale. Dal 1979 il campo rivive ogni anno i festeggiamenti di carnevale. Va però aggiunto che questo ampio spazio aperto è soprattutto  il paradiso dei bambini e dei ragazzi, con biciclette, pattini a rotelle o pallone.

Fondata nel IX secolo, ricostruita nel XV e ristrutturata nel XIX secolo in stile neoclassico, la Chiesa di S.Polo nel suo complesso manca di organicità. Vale però la pena visitarla per apprezzarne i singoli elementi costitutivi, quali il bel portale gotico e i leoni romanici ai piedi del campanile del XIV secolo. Uno di loro tiene un serpente tra i propri artigli, l’altro una testa umana. All’interno della chiesa, le opere d’arte comprendono la “Via Crucis” di quattordici tele di Giandomenico Tiepolo e dipinti del Veronese, di Palma il Giovane e un’ oscura e drammatica “ Ultima Cena “ del Tintoretto. ( Orario di apertura :10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

7)      La Chiesa di Sant’Aponal ( Apollinare), fondata nell’XI secolo, ricostruita nel XV, è ora

sconsacrata. Rilievi gotici ne decorano la facciata. Il campo su cui essa dà è piccolo ma brulicante di vita. È infatti uno dei punti di snodo verso Rialto.

8)      La Riva del Vin, dove si scaricava il vinio dalle barche, è una delle poche banchine

accessibili lungo il Canal Grande. Da qui si può godere la vista di un bel tratto del

Canale, con la antistante Riva del Carbon e splendidi palazzi , tra cui Ca’ Farsetti e Palazzo Loredan , sedi del Comune di Venezia.

9)      Il Ponte di Rialto è da secoli una parte vivace della città. In ogni momento della giornata

vedrete folle di persone attraversare il ponte, districarsi tra souvenir o distrarsi nel guardare la costante attività sul Canal Grande dalle balaustre del ponte. Esso è il più antico ponte che collega le due rive del Canal Grande. Probabilmente esisteva fin dal 1172, costruito in legno. Nel 1557 la Serenissima bandì un concorso per il rifacimento in pietra. Tra gli architetti concorrenti c’erano Palladio, Michelangelo e Sansovino. La gara però venne vinta dal bravo Antonio da Ponte, e nel 1591 il ponte venne inaugurato. Fino al 1854, quando si costruì il ponte dell’Accademia, rimase l’unica possibilità di attraversamento del Canal Grande a piedi.

     

        10)    Ai piedi del Ponte di Rialto si erge il Palazzo dei Camerlenghi, elegante edificio

Rinascimentale del 1525-1528, la cui facciata principale è prospiciente il Canal Grande. I camerlenghi erano magistrati incaricati della raccolta dei fondi per le finanze della Repubblica. Il piano terra era riservato alle carceri per gli evasori fiscali. Vicino al Palazzo dei Camerlenghi si trova la Chiesa di S. Giacomo di Rialto (per i veneziani S. Giacometto ) , forse la più antica chiesa di Venezia. Mantiene la pianta architettonica a croce greca. L’originale portico gotico e l’enorme orologio ( noto per il pessimo funzionamento) ne costituiscono gli elementi distintivi. In campo S. Giacometto, di fronte alla chiesa , si trova la statua del  cosiddetto “ Gobbo di Rialto”, opera dello scultore Pietro da Salò (1541), con accanto la Pietra del Bando da dove si leggevano i decreti della Repubblica. Nel XVI secolo il Gobbo era una meta gradita dai colpevoli di reati minori costretti a correre sotto le bastonate degli astanti da Piazza S. Marco a S. Giacometto.

 

11)  Il noto mercato di Rialto, attualmente articolato in Erberia ( settore ortofrutticolo) e

Pescheria (mercato del pesce), costituiva nel lontano passato il cuore commerciale di Venezia; qui si radunavano i mercanti per i loro contratti e qui si trovava il Banco Giro, la banca che permetteva la circolazione dei crediti, istituita fin dal XII secolo. I veneziani vengono da secoli  all’Erberia per acquistare prodotti freschi (piuttosto cari…). Nel vicino mercato del pesce si vendono sogliole, sardine, razze, calamari, granchi, molluschi e altri tipi di pesce e frutti di mare. Per visitarlo tutto sarebbe bene arrivare di buon mattino: verso le 13 il mercato chiude.

 

12)  La chiesa medievale di S. Cassiano è un insieme bizzarro di vari stili architettonici. Della chiesa originaria sopravvive solo il campanile. L’attrattiva principale dell’interno è la suggestiva  “ Crocifissione” (1568) del Tintoretto, nella sagrestia. Il campo in cui si innalza la chiesa, così come tutta la zona di Rialto, era notorio nel ‘500 come ritrovo di prostitute.

13)  La Chiesa barocca di S.Stae ( contrazione veneziana di Sant’Eustachio) è impreziosita all’interno da opere di grandi maestri del ‘700 come Piazzetta e Giovan Battista Tiepolo. ( Orario di apertura : 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

Il campo omonimo è uno dei pochissimi che danno sul Canal Grande e offre una gradevole vista di un tratto di questa celebre arteria acquea.

14)  Il toponimo della Chiesa e del Campo di S. Giacomo “dall’Orio” probabilmente deriva

dall’albero di alloro che anticamente cresceva attorno alla chiesa, ma forse è più verosimile l’origine da  “luprio”, cioè terreno vacuo e paludoso, da cui potrebbe discendere il nome Orio. La chiesa,originariamente del IX secolo, con ancora tracce dell’edizione bizantina del 1225, presenta la pianta a croce latina. Il soffitto ligneo gotico è a carena di nave. Il campo è uno spazio elegante, ingentilito da alberi e aiuolette e recentemente valorizzato da un riuscitissimo  restauro alla pavimentazione. ( Orario di apertura : 10-17; entrata a pagamento: euro 2.50).

 

 

ITINERARIO IV (DURATA: circa 4 ore.)

 

VENEZIA OLTRE S. MARCO: DA PIAZZALE ROMA ALLA BASILICA DELLA SALUTE ( SESTIERE DI DORSODURO)

 

INTRODUZIONE: questo itinerario riguarda in prevalenza il sestiere di Dorsoduro, il cui nome richiama probabilmente la natura del terreno di quest’area, rialzata e solida rispetto alle altre terre emerse. Il rione si presenterà a chi volesse eventualmente effettuare tale percorso, in maniera alquanto singolare: la prima impressione potrebbe essere quella di un quartiere sostanzialmente popolare ( l’antica zona di S. Nicolò dei Mendicoli è vicina al popolarissimo e un tempo malfamatissimo isolato di S.Marta, non distante , tra l’altro, dalle prigioni di S. Maria Maggiore), ma poi , man mano che ci si avvicina alla zona dell’Accademia , passando per il brulicante e vivace Campo S. Margherita, il volto del sestiere a poco a poco muta. Tra l’Accademia e la Salute, poi,  si trova una tranquilla ed elegante zona con piazzette ombreggiate , canali silenziosi e residenze pittoresche di ricchi veneziani e stranieri. Insomma quello che di primo acchito appariva un sestiere trascurato o, peggio,    degradato, se pur caratteristico, alla fine assume decisamente i connotati di un quartiere residenziale, e al “ viandante” di siffatto itinerario forse parrà, una volta raggiunta la Salute, di aver intrapreso un viaggio “ dantesco”. Ma senza dubbio lo scrivente esagera ( in  effetti anche i primi luoghi di questa visita, pur così umili, non sono certo privi di autentici gioielli , come la Chiesa dei Mendicoli, e questa è una nota tipicamente veneziana) e lascia volentieri al turista il giudizio finale.

Tra le attrattive della zona compresa tra l’Accademia e la Salute  figurano le ampie e stupende vedute della laguna, sia dalla punta orientale vicino alla Salute che dalle Zattere, che si affacciano sull’isola della Giudecca.

 

PERCORSO: Piazzale Roma  ( il punto di riferimento per la direzione  sono i cosiddetti Tre Ponti sul Rio Nuovo), Fondamenta de Ca’ Bernardo ( immediatamente successiva ad uno dei tre Ponti) , Fondamenta de la Cazziola, Fondamenta de Ca’ Rizzi ( a destra della Fondamenta della Cazziola), Fondamenta di S. Maria Maggiore ( è successiva alla Fondamenta de Ca’ Rizzi ed allineata con questa), Ponte di S. Maria Maggiore, fondamenta della Madonna, Ponte Storto ( sul Rio del Tintor), Campiello del Teren, Calle de l’Ogio ( si gira a sinistra), Fondamenta de l’Arzere, Ponte de le Terese, Fondamenta de le Terese, Ponte de S. Nicolò, 1) Campo e Chiesa di S. Nicolò dei Mendicoli, Campiello de l’Oratorio ( dietro la Chiesa), Fondamenta Lizza Fusina, Fondamenta Riello, Fondamenta Barbarigo, Ponte del Cristo, 2) Salizzada della Chiesa dell’Arcangelo Raffaele e Chiesa dell’Arcangelo Raffaele, Campo drio il cimitero, Campazzo S. Sebastiano, 3) Campo e Chiesa di S. Sebastiano, Ponte di S. Sebastiano( si gira a sinstra), Fondamenta di S. Sebastiano ( con vista del gotico Palazzo Arian noto per l’incantevole balconata a polifora, sulla riva opposta, a sinistra), si gira a destra e si percorre la successiva Fondamenta del Soccorso, 4) Campo, Chiesa e Scuola Grande dei Carmini, 5) Campo S. Margherita ( si prosegue poi in direzione Accademia) , Rio Terà Canal , 6) Ponte dei Pugni, Fondamenta Gherardini, 7) Campo S. Barnaba ( si procede sempre in direzione Accademia), 8)Sotoportego del Casin dei Nobili, Calle e Ponte Lombardo, Fondamenta della Toletta, Ponte delle Meravegie ( si gira poi a sinistera), Fondamenta Priuli, Calle Contarini Corfù, Calle Gambara, 9) Campo della Carità e Gallerie dell’Accademia ( non si attraversa il Ponte dell’Accademia, ma, alle spalle di questo, si gira destra) , Rio Terrà Antonio Foscarini ( si attraversa questo lunghissimo Rio Terrà fino ad arrivare al Campo e alla Chiesa di S. Agnese e a sboccare alle Zattere), 10) Zattere e Chiesa dei Gesuati, Ponte ( e Pensione ) Calcina ( sempre sulle Zattere), si gira poi a sinistra , verso l’interno percorrendo la Fondamenta de Ca’ Bragadin, 11) Campo S. Vio, Calle della Chiesa, Fondamenta Venier dei Leoni ( si gira poi a sinistra), 12) Calle S. Cristoforo e Fondazione Guggenheim,, 13)  Campiello Barbaro, Calle Barbaro, Ramo Barbaro, Calle del Bastion, Calle di S,. Gregorio, 14)  Campo e Abbazia di S. Gregorio, Calle e Portico dell’Abbazia, 15) Campo e Basilica della Salute, 16) Punta della dogana ( a questo punto del percorso non sarebbe una cattiva idea prendere il vaporetto alla Salute e farsi traghettare alla prossima stazione di S. Marco per visitare la piazza, ecc.; la fermata è  praticamente di fronte alla basilica, il biglietto va preso in anticipo  in una tabaccheria; successivamente da S. Marco si potrà prendere il vaporetto diretto a P. Roma).

 

N.B. Alcuni luoghi sono stati evidenziati in grassetto non per indicare i monumenti o le zone più importanti,  ma per mettere in rilievo dei punti di riferimento utili per la direzione da prendere.

 

 

DI  MAGGIOR  INTERESSE

 

1)      In contrasto con la remota e desolata zona circostante , la Chiesa di S. Nicolò dei Mendicoli rimane una delle più affascinanti di Venezia. Essa è anche una delle più antiche della città. Conserva ancora l’impianto basilicale, tipico delle antiche chiese cristiane, con il portico che caratterizzava l’edilizia religiosa veneziana anche per ragioni di culto: qui veniva mendicata la povertà dai poveri e la preghiera dai penitenti. L’edificio è stato ricostruito più volte sulla pianta dell’antica fabbrica, e quello attuale con la facciata in laterizio risale al XVI secolo. L’interno presenta ancora tracce dell’edificio trecentesco cui si sovrappongono elementi architettonici e decorativi dei secoli successivi . Prezioso anche il campanile che oggi appare piccolo e soffocato rispetto agli edifici circostanti. La zona infatti ha subito nei secoli diverse trasformazioni, ultima fra tutte la realizzazione di diverse fabbriche create in seguito all’arrivo della linea ferroviaria. Oltre il canale davanti alla chiesa si vede uno degli esempi di complesso proto-industriale a Venezia. È l’ex Cotonificio che risale al 1883. Oggi ospita una sede della facoltà di architettura.

2)      La fondazione della Chiesa dell’Arcangelo Raffaele risale al VII secolo, ma essa venne ricostruita nel 1618. La facciata, obliqua sul canale, fu eretta invece nel ‘700. All’interno, la cantoria dell’organo con le storie di Tobiolo è stata dipinta a tempera da Giannantonio Guardi ( fratello del più celebre Francesco ma non meno valente)  nel 1750. Questa chiesa e quella di S. Nicolò dei Mendicoli sono fra le prime testimonianze dell’insediamento urbano del VII secolo.

3)      La bellissima Chiesa di San Sebastiano risale alla prima metà del Cinquecento ed è opera dello Scarpagnino. Le sue forme rinascimentali custodiscono all’interno il preziosissimo e unitario ciclo pittorico di Paolo Veronese, che, tra l’altro, è qui sepolto. I dipinti  ( con le storie di Ester e quelle di S. Sebastiano e altre immagini ispirate al Nuovo Testamento , collocate sia  all’interno del corpo centale della Chiesa - soffitto, organo, presbiterio, pareti- sia nella sagrestia) sono tipici dell’artista, ricchi cioè e luminosi, con colori e costumi sontuosi. I più eleganti sono i tre sul soffitto che raffigurano le “Scene della vita di Ester “, moglie del re Serse I di Persia, che aveva reso possibile la liberazione del popolo d’Israele.

Intitolata a S. Sebastiano ( uno dei santi protettori dalla peste) dagli abitanti della zona scampati alla pestilenza del 1464, la chiesa era originariamente un oratorio dedicato alla Vergine. Nelle decorazioni veronesiane , il ruolo di Maria nella storia della salvezza viene illustrato proprio attraverso la figura di Ester, questa biblica regina che aveva salvato gli Ebrei dallo sterminio. (Orario di apertura : 10.00-17.00. Entrata a pagamento; costo del biglietto: euro 2,50).

4)      La Chiesa dei Carmini è una grande fabbrica gotica in cui è possibile riconoscere i

rimaneggiamenti cinquecenteschi che oggi la fanno apparire nelle sue caratteristiche rinascimentali della facciata e dell’abside poligonale. Fra le opere ospitate vanno menzionati il “S. Nicolò in gloria” di Lorenzo Lotto e l’ ”Adorazione dei pastori”di Cima da Conegliano. Accanto alla chiesa il chiostro trecentesco dell’antico convento è ora sede dell’Istituto d’arte. Sul lato sinistro della chiesa spicca la Scuola grande dei Carmini, altra sede monumentale di una arciconfraternita veneziana, realizzata da Baldassarre Longhena, il progettista della Salute. Internamente l’edificio presenta una struttura a pianta rettangolare e le sue sale sono impreziosite da un ciclo pittorico di Giambattista Tiepolo ( l’accesso alla Scuola è a pagamento).

5)      Vedi il percorso “ Da  P. Roma a S. Marco e oltre”, n.2.

6)      Ibidem, n.3.

7)      Ibidem, n. 4.

8)      Ibidem, n.5.

9)      Ibidem, n.6.

10)  La lunga fondamenta delle Zattere, che funge anche da molo, è uno dei grandi interventi urbanistici voluti nel Cinquecento per disegnare i confini di questa città senza mura. Il nome “ Zattere” deriva dalle imbarcazioni che trasportavano il legname proveniente dai boschi del Cadore ( i monti della Serenissima), che veniva utilizzato per le costruzioni in città. Dalle Zattere si può abbracciare con lo sguardo il panorama che va dall’isola di San Giorgio all’intera isola della Giudecca con le chiese di Palladio ( le Zitelle e il Redentore), fino all’imponente mulino Stuky, antico pastificio in stile neogotico (ora in restauro) simbolo dell’archeologia industriale in città. Delle Zattere colpisce l’animazione, specie nelle belle giornate, quando parecchi Veneziani si recano qui al primo raggio di sole in qualsiasi stagione. Uno dei più importanti edifici  delle Zattere è la Chiesa dei Gesuati. I Gesuati erano un ordine consacrato al servizio degli ospedali, che venne soppresso nella seconda metà del Seicento. Nella loro Chiesa e convento subentrò l’ordine dei domenicani, che nel 1724 chiesero all’architetto Giorgio Massari di costruire una nuova chiesa annessa al convento. Così accanto al complesso rinascimentale di cui è visibile la Chiesa di Santa Maria della Visitazione, venne costruito il nuovo edificio che, con il suo apparato decorativo interno ( comprendente opere di Sebastiano Ricci, Giambattista Tiepolo e Piazzetta), rappresenta uno degli esempi più belli del Rococò a Venezia. ( Orario d’apertura 10.00-17.00; entrata a pagamento: euro 2.50).

11)  E’ questo uno dei pochi campi che si affacciano sul Canal Grande. Purtroppo è attualmente in restauro, ma ciò non impedisce (a chi voglia raggiungere la riva oltrepassando transenne e steccati) la bella  vista di un tratto di questa affascinante via acquea.

12)  La collezione Guggenheim, che ha sede nel Palazzo Venier dei Leoni (noto ai Veneziani come opera incompleta in quanto innalzata non oltre il pianterreno) , consiste in 200 dipinti e sculture , rappresentativi di quasi tutti i movimenti artistici moderni e contemporanei.

13)  Campiello Barbaro è una minuscola piazzetta, molto pittoresca, ombreggiata da alberi e fiancheggiata su un lato dalle pareti ricoperte di glicine di Ca’ Dario. A osservare questo bel palazzo “ di transizione”, stilisticamente a cavallo tra il Gotico e lo stile rinascimentale ( più evidente nella facciata che dà sul canal Grande), è difficile credere alle storie di omicidi, bancarotta e suicidi che hanno interessato i proprietari. L’ultimo di questi, Raoul Gardini, è morto suicida nel 1992.

14)  Ornamenti del campetto S. Gregorio sono un’antica vera da pozzo e l’interessante facciata gotica dell’ Abbazia di S. Gregorio, da tempo sconsacrata.

15)  La grande chiesa barocca di Santa Maria della Salute, che si trova all’inizio del Canal Grande, è uno dei punti di riferimento architettonici più famosi e imponenti di Venezia. La chiesa venne costruita in segno di ringraziamento per la fine della terribile peste del 1630 ( ricordata,tra l’altro, anche da Alessandro Manzoni nei suoi “ Promessi Sposi”), da qui il nome Salute. Il 21 novembre, durante la Festa della Salute, i fedeli vi giungono tamite un ponte di barche, allestito per l’occasione, che attraversa il Canal Grande. Baldassarre Longhena, uno dei più bei nomi dell’architettura barocca in Italia, iniziò la chiesa nel 1630 e vi lavorò per il resto della vita, ma l’edificio venne completato solo nel 1687, cinque anni dopo la sua morte. L’interno è relativamente sobrio ma nel contempo solenne. Il corpo maggiore è a pianta ottagonale, sotto una cupola emisferica, questo questo spazio centrale essendo poi circodato da sei cappelle. Il presbiterio con cupola centrale e il grandioso altare maggiore dominano la vista del portale. Il gruppo scultoreo dell’altare rappresenta la Vergine col Bambino in atto di proteggere Venezia dalla peste. I quadri più belli, come i dipinti di Tiziano del soffitto quali “ Caino e Abele”, “ Il sacrificio di Abramo e Isacco” e “ Davide e Golia “ ( metà del Cinquecento ca.), sono oltre l’altare, dove i visitatori non sono in genere ammessi. Nella sacrestia c’è la pala d’altare del primo Tiziano, “ San Marco in trono con i Santi Cosma, Damiano, Sebastiano e Rocco ( 1511-12). Le “ Nozze di Cana” , sulla parete opposta all’ingresso, è una grande e indimenticabile opera del Tintoretto. Sempre di Tiziano si può vedere su una parete del centro ottagonale “ La Pentecoste”, opera tarda dell’insigne maestro cadorino. ( Orario d’apertura : 9.00—12.00, 15.00-17.00; entrata gratuita).

      Bellissima la veduta del tratto iniziale del Canal Grande e del Molo, offerta dal Campo della         .     Salute.

16)  Da questa estremità orientale di Dorsoduro si avrebbe un ampio panorama che abbraccia Riva degli schiavoni, l’isola di San Giorgio Maggiore e la parte orientale della Giudecca, se questo, ahimè, non fosse ostacolato da fastidiosissime impalcature, erette per lavori di restauro ( settembre 2005). Una dogana di mare venne costruita  nel XV secolo per ispezionare i carichi delle navi che arrivavano a Venezia. L’edificio attuale fu costruito nel tardo XVII secolo e andò a sostituire una torre che un tempo stava a guardia dell’inizio del Canal Grande. Alla Punta della dogana due Atlanti bronzei sostengono una sfera dorata sormontata dalla figura segnavento della Fortuna, pregevole opera dello scultore B. Falcone.

 

 

GRAZIE VENEZIA!... Arrivederci ad ASCOLI.

 

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Rubriche varie

Resoconto

musica di sottofondo : Vivaldi - Four Seasons - Spring

 

Raduno 01-02 Ottobre 2005 - Venezia

 

     

 

 

 

Organizzazione

 

Pistolotto di Maurizio Bertazzo

           

                                            

                                                  Remo Mazzocco                     Giuseppe Pasqualotto

 

con la collaborazione di

 

                                                                                                                               Gabriele Narder